Raccontano che il mondo dell’impresa stia aspettando, col fiato sospeso, la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto legislativo sul contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti in relazione all’anzianità di servizio. Il Governo aveva annunciato la sua entrata in vigore dal 1° marzo, ma fino a oggi sembra che il provvedimento non sia ancora stato firmato dal Capo dello Stato. I rumors annunciano un successo dell’operazione Jobs Act Poletti 2.0, grazie al combinato disposto tra la possibilità di stipulare un contratto sostanzialmente liberato dall’incubo della reintegra giudiziaria (salvo casi assai limitati a osservare la norma e a confidare nella giurisprudenza) e quella di utilizzare, per ogni assunzione, un sostanzioso bonus per la durata di un triennio. Le operazioni, però, stanno subendo una battuta d’arresto, in attesa che il decreto termini il suo percorso legislativo.
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Intanto, sul fronte del mercato del lavoro giungono – grazie alle periodiche statistiche dell’Istat -delle notizie interessanti anche sul piano dell’occupazione. Si tratta ancora di variazioni positive da prefisso telefonico, ma sono tali da lasciar sperare che il ciclo si stia invertendo. Confermiamo che, per ipotizzare una vera e propria svolta, occorrerebbero dati più stabili. Considerando, tuttavia, i dati su base annua si osserva che nel 2014 i trend dell’occupazione (non quelli della disoccupazione) cominciano a migliorare. Ma il segnale arriva con segno positivo da almeno due mesi, gli ultimi.
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A dicembre era diminuito il tasso di disoccupazione (che purtroppo si qualifica parecchio come di lunga durata) e sono aumentati gli occupati (di quasi centomila su novembre) e nello stesso tempo era in crescita il tasso di partecipazione degli italiani alla ricerca di un lavoro (il che denota, che, rispetto a un passato recente, è aumentata la speranza di trovarlo).
A gennaio l’andamento dell’occupazione si discosta di poco rispetto a dicembre, mentre è in crescita dello 0,6% su base annua (+131mila unità). Il numero dei disoccupati (in valore assoluto pari a 3 milioni e 221mila) diminuisce dello 0,6%, ma non recupera interamente l’incremento su base annua (che chiude a un +0,2%). Anche in questo caso, tuttavia, se si prendono in considerazione gli ultimi mesi si conferma, a gennaio, quel leggero decremento già segnalato a dicembre.
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Nel quarto trimestre del 2014 è proseguita la crescita del numero degli occupati su base annua (+0,7% pari a 156mila unità), con apporti positivi da tutte le ripartizioni territoriali, Sud incluso (+16mila unità). Il maggior contributo ha riguardato tanto gli italiani (+44mila), quanto gli stranieri (+113mila), il cui tasso d’occupazione è salito al 58,5%; soprattutto, però, ha interessato le donne con un netto + 1% (91mila unità). È stato nei servizi l’incremento maggiore (+12%, pari a 180mila unità), più modesto nell’industria (+28mila unità), mentre non si è arrestata la crisi nelle costruzioni (-7% pari 109mila unità). La crescita degli occupati ha riguardato soprattutto il lavoro a termine (+79mila) rispetto a quello a tempo indeterminato (+18mila). Il maggiore contributo alle nuove dinamiche occupazionali è venuto dagli occupati con almeno 50 anni (quasi 400mila in più), immaginiamo anche per effetto dei nuovi requisiti di accesso al pensionamento.
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Si direbbe, poi, che l’aria nuova stia interessando altri settori delle politiche del lavoro. Lento pede si sviluppa, a stare all’ultimo monitoraggio, anche il programma Garanzia Giovani. L’aspetto più significativo è riferito al numero di coloro che, una volta registrati, sono stati presi in carico dai Servizi per l’impiego, ovvero hanno svolto il primo colloquio conoscitivo. Il 26 febbraio sono stati calcolati nel numero di 200.691, il 17,6% in più del 26 gennaio. In questo caso sarebbe una novità, in quanto, se solitamente il numero dei presi in carico cresceva settimanalmente di 6-8 mila unità, nell’ultima settimana è cresciuto di 30 mila giovani.
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Certo, si tratta solo del 46,5% dei giovani registrati. L’ultimo dato a cui il Ministero fa riferimento è quello del numero effettivo di proposte di lavoro o di formazione fatte ai giovani. Dal 5 febbraio i monitoraggi ufficiali erano fermi a 12 mila proposte, questo significava che solo 3 giovani su 100 tra quelli registrati aveva ricevuto una risposta concreta dal piano. Dal 26 febbraio vengono stimate circa 30.000 opportunità accettate dai ragazzi iscritti. La percentuale salirebbe, quindi, al 6,8% rispetto ai registrati (al 14,7% rispetto al numero di coloro presi in carico).
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