-Per quanto i partiti siano in questo momento impegnati nella partita per i ballottaggi delle amministrative c’è sempre molta attenzione sull’umore degli italiani rispetto al sistema elettorale che dovrà essere utilizzato alle prossime politiche. In questo senso un sondaggio commissionato da La Verità di Maurizio Belpietro all’istituto Ferrari Nasi, certifica che la maggioranza degli italiani è favorevole al bipolarismo. Il 58% degli intervistati si dice infatti propenso a preferire un sistema in cui alle elezioni politiche vi siano due soli partiti o schieramenti, un po’ come accade in America tra Democratici e Repubblicani. Il 24% vorrebbe invece aprire anche ad altri soggetti, a patto che però siano espressione di un grande consenso. Soltanto il 7% preferisce sacrificare la governabilità sull’altare del diritto di rappresentanza aprendo a tutti i partiti, anche piccoli. (agg. di Dario D’Angelo)
-Il fatto che la riforma elettorale improntata sul modello tedesco sia affondata in Aula, non significa che l’ipotesi di un governo di larghe intese tra centrosinistra e centrodestra sia definitivamente tramontata. Gli ultimi sondaggi pubblicati da La Stampa e realizzati dall’Istituto Piepoli, però, confermano che gli italiani non sono propriamente entusiasti a questa prospettiva. A gradire “molto” un nuovo governo di larghe intese è infatti soltanto il 3% degli intervistati nel corso dell’indagine. Il 16% dice di gradire “abbastanza” questa possibilità mentre chi se la farebbe andare bene, ma di certo non ne sarebbe felicissimo è il 28% del campione, che tra le varie opzioni a disposizione sceglie “poco”. Maggioritaria è la fascia che indica di non gradire “per nulla” l’ipotesi di un’alleanza centrosinistra-centrodestra, mentre soltanto il 6% si dice “senza opinione” al riguardo. (agg. di Dario D’Angelo)
I primi sondaggi politici pubblicati post-elezioni Amministrative mostrano un dato curioso e del tutto a sorpresa: stando alle rilevazioni fatte da Index Research, gli italiani intervistati sul possibile prossimo premier di un governo politico in Italia hanno un nome su tutti gli altri. Luigi Di Maio: nonostante le polemiche interne al Movimento per la sua “ala riformista”, nonostante la poca esperienza politica e alcuni attriti con lo stesso Grillo per la gestione dei casi Raggi e Parma, è proprio il giovane vicepresidente della Camera a ricevere i pronostici migliori. Il 30% sceglierebbe ad oggi Di Maio a Palazzo Chigi, davanti a Matteo Renzi con il 28% e al segretario del Carroccio, “l’altro” Matteo, ovvero Salvini (al 22%).
L’alternativa “nessuno di questi” prende il 20%, ma resta il dato di un Di Maio che al momento paga la crisi degli altri rivali e dei partiti, per balzare in testa alle preferenze. Senza numeri “bulgari” ma con importanti indicazioni. Occhio però al “fuoco amico”: a Grillo i politici che diventano “più” famosi degli altri non sono mai andati a genio, l’abito del “cittadino-portavoce” pensato da Grillo nella sua idea di Movimento sta iniziando ad andare un po’ stretto al buon Gigi…