Durissimo il commento alla vicenda Olimpiadi Invernali di Stefano Lorusso, capogruppo al consiglio comunale di Torino per il Partito Democratico: “Il governo grillo-leghista per mezzo di Giorgetti annuncia che l’Italia non presenterà nessuna candidatura per le Olimpiadi invernali del 2026. Alla fine litigi politici tra Lega e M5S, localismi e micragnosità varie sono prevalse. Se poi fosse vero, come sembra, che a causa dei veti del M5S di Torino e delle ambiguità di Appendino prendesse corpo una candidatura alternativa delle sole città di Milano-Cortina che ci taglia fuori sarebbe l’ennesima conferma non solo della totale inaffidabilità dei grillini ma anche del fatto che gli unici che escono con le ossa rotte saremmo, per l’ennesima volta, solo noi torinesi.” Questa la nota su Facebook del consigliere quando appare chiaro che la candidatura italiana, ormai traballante, possa reggere solo sull’asse Milano-Cortina e l’esclusione di Torino. (agg. di Fabio Belli)
“AL CIO CON MILANO-CORTINA”
Uscendo dal vertice con il Sottosegretario Giorgetti a Palazzo Chigi, il Presidente del Coni Giovanni Malagò ha appena dichiarato «Domani saremo a Losanna dal Cio, la fiamma della speranza rimane accesa». La candidatura che rimane in piedi è infatti quella di Milano e Cortina, grazie alla spinta lombardo-veneta e con Torino che si sfila, come confermato dal sindaco Appendino. Con i rappresentanti del Comitato Olimpico Italiano domani ci saranno anche il vicesindaco di Cortina Luigi Alverà e l’assessore allo Sport milanese, Roberta Guanieri. Secondo il sindaco di Cortina d’Ampezzo (Belluno) Gianpietro Ghedina, «si tratta di una opportunità, Veneto e Lombardia assieme, con l’asse Cortina-Milano da cogliere comunque». «Siamo della partita – conclude Ghedina per il quale lo stallo sarebbe già superato – supportati da un grande lavoro già svolto fino ad oggi e che resta». Il punto da capire è se il Governo avrà comunque affidato a Malagò la fiducia e la garanzia che le coperture economiche ci saranno, nonostante lo stop del progetto originario “a 3 punte”. Durissimo il senatore Maurizio Gasparri, Forza Italia, raggiunto dall’Adnkronos «Oramai le Olimpiadi verranno vendute a fascicoli nelle principali edicole italiane. Verranno fatte a pezzi, a puntate, in una trentina di città. Ci sarebbe da ridere ma, purtroppo, non c’è nulla da scherzare. Questa frammentazione di proposte, questo caos tipicamente grillino rischia di danneggiare la reputazione delle nostre istituzioni sportive, che dovrebbero mettere fine a questo festival olimpico che ci sta rendendo ridicoli in Italia e nel mondo». (agg. di Niccolò Magnani)
MARONI: “BENE LOMBARDIA-VENETO”
Da fonti altolocate nel Coni, riportate dal Corriere della Sera, non solo la candidatura di Milano e Cortina resta ancora appetibile ma sarebbe anche in vantaggio per il Cio per poter assicurarsi l’assegnazione dei Giochi Olimpici. Per questo motivo sono ore convulse, con il Presidente Malagò ora a Palazzo Chigi per un vertice d’urgenza con Giorgetti e forse anche Conte in modo da dar atto alla proposta di Zaia e Fontana e provare a far fare un passo indietro al Governo dopo quanto invece affermato stamattina («Sui fondi per la candidatura delle tre città c’erano le garanzie del governo, se Lombardia e Veneto vogliono andare avanti devono trovarle da sole»). Per l’ex Governatore Roberto Maroni, «Le Olimpiadi del Lombardo-Veneto sono un’idea meravigliosa; Avanti tutta con coraggio e determinazione. Spero che Roma ascolti la voce di Luca e Attilio, unita a quella di tutti i cittadini delle nostre regioni che le Olimpiadi le vogliono con forza». (agg. di Niccolò Magnani)
DI MAIO, “COLPA DI MALAGÒ”; SALVINI, “PECCATO PERDERE OLIMPIADI”
È un tutto contro tutti per la giornata più pazza, sportivamente parlando, degli ultimi tempi: con l’intervento in extremis delle Regioni Lombardia e Veneto si prova a mettere una pezza per una candidatura che, al momento, si trova senza l’appoggio economico del Governo dopo il fallimento della candidatura tripla per i prossimi Giochi Olimpici. Il circo dei commenti, ovviamente, è subito sceso nell’arena: se Salvini si limita a dire «Peccato perdere un’occasione così. Se i fondi li trovano loro, e se la spesa è limitata, perché no a Olimpiadi organizzate da Veneto e Lombardia? L’importante è che l’Italia torni ad essere protagonista» (probabilmente, come Giorgetti, per non creare baruffe interne alla maggioranza), di contro Di Maio si scaglia contro il “suo” colpevole. «La verità – scrive su Facebook il ministro M5s – è che in questa vicenda abbiamo purtroppo pagato l’atteggiamento del Coni che, nel tentativo di non scontentare nessuno, non ha avuto il coraggio di prendere una decisione chiara sin dall’inizio, creando una situazione insostenibile in cui come al solito si sarebbero sprecati soldi dello Stato. A questo punto chi vorrà concorrere dovrà provvedere con risorse proprie». (agg. di Niccolò Magnani)
ZAIA-FONTANA: “RESTA IN PIEDI CANDIDATURA MILANO-CORTINA”
Le Olimpiadi si fanno. Anzi no. Anzi, forse.. La schizofrenica situazione dei Giochi Olimpici e delle candidatura italiana non ha ancora finito di stupire in questa giornata importantissima, dato che si tratta della vigilia della scadenza per la presentazione al Cio dell’intera lista di candidature verso il 2026. «Se il Coni accetta (entro domani, ndr) le regioni si mettano d’accordo e facciano la loro proposta. Se Lombardia e Veneto vanno avanti bene, ma con loro oneri. Non vengano a chiedere soldi al governo», aveva aggiunto Giorgetti dopo l’annuncio della fine per la candidatura di Milano, Torino e Cortina tutte assieme. C’è però un “ma” che emerge nelle ultime ore: Luca Zaia e Attilio Fontana (entrambi della Lega, proprio come Giorfetti) rilanciano la candidatura italiana alle Olimpiadi invernali del 2026. «Arrivati a questo punto è impensabile gettare tutto alle ortiche. La candidatura va salvata, per cui siamo disponibili a portare avanti questa sfida insieme. Se Torino si chiama fuori, e ci dispiace, a questo punto restano due realtà, che si chiamano Veneto e Lombardia, per cui andremo avanti con le Olimpiadi del Lombardo-Veneto», spiegano i due governatori in una nota. In particolare, Zaia aggiunge «Sarà abbandonato il tridente, mia creatura, ma adesso ci sia una falange macedone con la Lombardia. Prendo atto – conclude il Governatore Veneto – del gran lavoro che ha fatto Giorgetti e lo ringrazio perché ci ha messo l’anima. Le lettere dei colleghi? Le ho viste, ma mi fermo qui». Dunque Milano-Cortina resta ancora in piedi come ipotesi, con il Presidente del Coni Malagò che oggi sarà ricevuto a Palazzo Chigi per provare a trovare una sintesi di queste ultime ore “pazze” in merito alle Olimpiadi italiane. (agg. di Niccolò Magnani)
GIORGETTI: “CANDIDATURA A TRE MORTA QUI”
«Il governo non ritiene che una candidatura fatta così possa avere ulteriore corso. Questa proposta non ha il sostegno del governo e come tale è morta qui»: ha esordito così nell’audizione molto attesa in Senato sul futuro della candidatura dell’Italia alle Olimpiadi 2026, dopo le ultime schermaglie tra la città di Milano, Torino e lo stesso Governo (specie l’ala grillina, mai troppo convinta dall’ipotesi di portare i Giochi Olimpici in Italia, come del resto avvenuto già per il caso precedente di Roma 2024 altra proposta “deceduta”). Dopo settimane di tira e molla si arriva dunque, forse, al capitolo finale con l’addio ancora una volta della possibilità di portare in Italia dei Giochi Olimpici internazionali; la candidttarura di Milano, Cortina e Torino tutte assieme “non s’ha d fare”, dato che «è mancato lo spirito giusto delle città candidate», spiega Giorgetti facendo chiaro riferimento alle parole di Sala e Appendino delle ultime ore. Non solo, anche senza dirlo apertamente, la critica del Sottosegretario pare giungere ancora contro quella parte del Governo che non è riuscita in questi mesi a favorire i giusti appoggi tra le città candidate. (agg. di Niccolò Magnani)
RETROSCENA SULLA LEGA: “SABOTAGGIO GRILLINO”
Secondo un retroscena riportato oggi da La Stampa con Ilario Lombardo, la Lega sarebbe su tutte le furie per il presunto “sabotaggio” del M5s in merito alle candidature delle città Milano, Torino, Cortina sempre più divise dopo la lettera del sindaco Sala. Chiara Appendino considera insufficienti le risposte finora ottenute, invoca chiarezza sulla regia della candidatura e sulle risorse a disposizione e in questo senso anche il suo collega milanese desidera la stessa chiarezza anche su Milano. Il problema dunque viene spostato sul Governo, con Giorgetti nelle ultime ore in difficoltà che è arrivato a dire «se queste sono le condizioni, tanto vale non presentare la candidatura». Entro domani il Cio attende la risposta sul dossier candidatura e l’impressione è che i tempi potrebbero essere troppo brevi per trovare una quadra: «Per la Lega era l’incidente che i Cinquestelle aspettavano da giorni», spiega il retroscena. Quanto avverrà nelle prossime ore potrebbe confermare o smentire tale ipotesi, di certo al momento le Olimpiadi 2026 si allontanano e molto dall’Italia. (agg. di Niccolò Magnani)
M5S, “ANCHE SALVINI E DI MAIO HANNO MOLTI DUBBI”
In merito allo scontro tra Sala e il Governo per le Olimpiadi del 2026 sono sembrati molto rigidi anche Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Mercoledì il nostro paese dovrà comunicare eventualmente al Cio la volontà di andare avanti verso questa squadra e ancora un’idea definitiva non è stata presa. Ci sono molti dubbi e la preoccupazione che queste spese non siano sostenibili. Sarà importante per le parti chiamate in causa valutare i dossier delle tre città predisposto dal Coni, parliamo ovviamente di Cortina, Torino e Milano, oltre alla disponibilità delle stesse a prestarsi a questo servizio. La sensazione è che i tempi siano troppo stretti per prendere una decisione coerente e in linea con quelle che sono le reali necessità del nostro paese. Capiremo comunque a stretto giro di posta quali saranno stati i voleri anche delle sfere alte e alla fine se l’Italia potrà davvero sognare le Olimpiadi 2026. (agg. di Matteo Fantozzi)
“PROTESTE INSOSTENIBILI”
La candidatura dell’Italia alle Olimpiadi del 2026 è appesa ad un filo. Il sogno olimpico sta per sfumare: sono troppe le divergenze tra le città candidate, in particolare tra Milano e Torino. Invece di fare squadra tirano dalla loro parte la coperta troppo corta del dossier. E il Movimento 5 Stelle potrebbe staccare una volta la spina. «Non è possibile procedere quando determinate condizioni proposte da Coni e Governo non sono sostenute da una città così importante come Milano a causa delle dichiarazioni del suo sindaco». Queste sono le dichiarazioni di Simone Valente, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e responsabile sport di M5s. La nota è durissima e fa seguito alla replica di Milano in merito alla proposta del governo di una candidatura tripla. La questione è ingarbugliata: il Coni aveva avanzato ad agosto la candidatura di Milano, Torino e Cortina, tutte insieme. Da allora sono partiti gli scontri: il sindaco meneghino Beppe Sala si sente scippato della candidatura e pretende un ruolo da capofila, Chiara Appendino – che è sempre stata un po’ scettica sui Giochi – aveva aperto alla proposta congiunta ma a condizione di una parità totale tra le città. Solo Cortina non ha creato problemi, del resto era già contenta di essere della partita.
OLIMPIADI 2026, SCONTRO TRA SALA E GOVERNO
Con il disastro di Genova, che ha giustamente catalizzato l’attenzione del governo, le Olimpiadi 2026 sono passate in secondo piano. Quindi si è arrivati al momento decisivo senza aver risolto nulla. Il 19 settembre il Coni deve dare una risposta definitiva al Cio sulla disponibilità dell’Italia, ma il dossier non è pronto. E così è esplosa la bagarre politica, del resto nel governo ci sono due anime che la pensano diversamente sui Giochi. La Lega è favorevole ma a patto che non ci siano sprechi e non si creino troppi problemi. Il Movimento 5 Stelle è storicamente contrario: dopo aver affondato il progetto Roma2024 è pronto a ripetersi con Alpi 2026, questo il nome che studiavano al Coni. L’intransigenza di Milano, i dubbi sulla sostenibilità economica e ambientale del progetto, la necessità di difendere Torino governata da una loro sindaca sono, come riportato dal Fatto Quotidiano, tutti validi motivi per il M5s affinché salti il sogno olimpico di Giovanni Malagò. Di nuovo.