La strigliata a Rocco Casalino arriva anche, immancabile, da Silvio Berlusconi che indirettamente manda un messaggio anche a Salvini, alleato di quel M5s considerato “anti-libertario”. «In una democrazia il signor Casalino dovrebbe stare già fuori con la valigia in mano», dice l’ex premier intervenendo a Fiuggi nella convention organizzata da Antonio Tajani. «Oltre a offendere i funzionari del ministero Casalino ha minacciato il loro allontanamento se non trovassero i soldi per le promesse che il M5S aveva inventato per trovare i voti e che il nostro bilancio non consente», chiosa il presidente di Forza Italia, dopo che il Giornale del fratello Paolo oggi aveva attaccato con un titolo durissimo sull’editoriale del direttore Alessandro Sallusti che è un po’ l’emblema della “rinata” Forza Italia anti-M5s, «Ricatto mafioso». Nel testo poi il direttore scrive, «Se Casalino non esce immediatamente dal palazzo degli italiani – che come noto gli pagano uno stipendio più alto di quello del premier – vuole dire che oggi è in corso una trattativa simile a quella che avvenne tra lo Stato e la mafia».
L’AVVENIRE: “CASALINO CONTA PIÙ DEL PREMIER”
Proseguono i commenti in merito all’audio choc in cui Rocco Casalino minacciava di “fare fuori” gli uomini al ministero delle economia e della finanza, se non avessero trovato le risorse necessarie per il reddito di cittadinanza. Sulla questione è intervenuto Avvenire, noto quotidiano cattolico fra i più letti nel nostro paese, che descrive il portavoce del premier come una persona con «Un ruolo eccessivo e intoccabile che desta sospetti». Quindi la disamina prosegue, sottolineando anche l’ingiustificata reazione degli altri esponenti del governo: «Il portavoce, uomo di assoluta fiducia di un’azienda privata di comunicazione digitale, la Casaleggio & associati, detta la linea politica in prima persona e Conte e Di Maio, che non si sono intestati apertamente la minaccia della ‘megavendetta’ non hanno chiesto un passo indietro del portavoce, e ciò basta a dimostrarne l’intangibilità dentro il mondo 5s e dentro l’esecutivo penta leghista». Secondo l’articolo a firma Marco Iasevoli, il ruolo di Casalino è «assolutamente centrale, dirimente e irrinunciabile – più importante del ruolo degli stessi interpreti politici e istituzionali?». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
LE PAROLE DI CRIMI
Il sottosegretario con delega all’Editoria non ci sta al fuoco incrociato contro Rocco Casalino e come Di Battista e Di Maio prende le difese del potente portavoce pentastellato: «ha detto quello che pensiamo tutti. E credo non ci siano dubbi su quello che lui sostiene», spiega Vito Crimi in una lunga intervista oggi a La Stampa. Una difesa al M5s e un indiretto (neanche tanto) attacco al Ministero di Economia e Finanza: «Siamo il governo del cambiamento e ciò deve essere compreso da tutti coloro che per 20-30 anni hanno gestito la macchina amministrativa con governi in continuità tra di loro. Rocco ha fatto il suo lavoro, ha veicolato un messaggio a dei giornalisti», attacca ancora Crimi dopo le tante polemiche piovute dalle opposizioni contro Casalino. Da ultimo, il sottosegretario sottolinea «sono veramente perplesso di come si faccia a conciliare la richiesta di tutela delle fonti dei giornalisti – e farò di tutto perché venga approvato il disegno di legge in questione – con il rendere pubblica una conversazione privata, di fatto bruciando una fonte».
DI BATTISTA ATTACCA TECNICI MEF, CONTE LI DIFENDE
Se dall’America Latina Alessandro Di Battista difende (con qualche critica sull’opportunità) il suo collega di partito, il premier Conte “cambia idea” dopo l’iniziale presa di posizione a favore di Rocco Casalino. «Siamo onesti, Casalino ha sbagliato . Non si mandano audio del genere in privato ai giornalisti. Certe cose vanno dette pubblicamente e con orgoglio! Le persone ci hanno votato proprio per questo. Se i tecnici nei Ministeri ci mettono i bastoni tra le ruote, prendendosi poteri che non gli competono, vanno cacciati all’istante. Semplice», spiega il “Dibba”, anima forte e movimentista dei grillini, che aggiunge subito dopo su Facebook «O trovano i soldi per il reddito di cittadinanza (come li hanno trovati per le banche) o si trovano un altro lavoro. Dove sta la violenza in tutto ciò?». Conte invece da San Giovanni Rotondo nega che ci sia un problema con i tecnici del Ministero di Economia e Finanza, e li difende dopo che ieri invece si era schierato assolutamente a favore del suo portavoce: «Le strutture amministrative sono al servizio di quello che noi facciamo. Spetta a noi utilizzarle e sollecitare le risposte tecniche che sono funzionali ai nostri programmi».
ROCCO CASALINO E L’AUDIO CONTRO IL MEF
Siamo proprio nel 2018: un caos politico generato da un semplice quanto “incendiario” audio Whatsapp, quelli di cui ogni giorni miliardi di persone ingolfano le chat altrui di mezzo mondo. Il portavoce del premier Conte, Rocco Casalino, ha insultato i tecnici del Mef e più sottilmente la “cordata” leghista che difende i cordoni della borsa economico del Governo “contro” i progetti di spesa dei grillini per il reddito di cittadinanza. Quel «fare fuori tutti questi pezzi di m***a del Mef» ha avuto un’eco fortissimo tanto nelle opposizioni quanto nello stesso Governo che contro il plenipotenziario portavoce-stratega grillino ora si schiera a “macchia di leopardo”: un po’ difeso, un po’ “redarguito” e per alcuni anche ignorato. Conte: «piena fiducia in lui, azione non deontologica dei giornalisti che hanno pubblicato l’articolo». Di Maio: «piena fiducia in lui, nei gangli fondamentali dello Stato ci sono molti servitori dei partiti». Di Battista: «Casalino ha sbagliato. Non si mandano audio in privato ai giornalisti. Certe cose vanno dette pubblicamente. Però i tecnici del Mef proteggono il solito sistema». Abbiamo preso tre commenti importanti che nella giornata di ieri hanno provato a “difendere” l’operato di Casalino che ha chiesto scusa per i toni ma non intende indietreggiare sui contenuti. E intanto il caos regna sovrano a poche settimane dalla presentazione della Manovra.. QUI IL CASO DELL’AUDIO CHOC DI ROCCO CASALINO
SALVINI: “CASALINO È STATO INCAUTO”
Ma in tutto questo, l’altro vicepremier, quello leghista che sta reggendo spesso da solo le sorti di questo Governo, cosa ne pensa dell’affaire Casalino? In un’intervista uscita oggi sul Corriere della Sera, Matteo Salvini afferma che il collega grillino è stato del tutto «incauto» anche se lo “difende” (o quasi) sull’accusa di aver minacciato i tecnici del Ministero dell’Economia, oltre che lo stesso Tria. «Messuno minaccia nessuno. Quello che vogliamo dire, noi lo diciamo con il sorriso», spiega Salvini che sottolinea come il reddito di cittadinanza deve «diventare un fattore di produttività. Fino ad oggi i centri per l’impiego sono stati centri per il disimpiego, con tassi di successo pari a quello delle vecchie politiche per i rifugiati. Se il reddito, legato alla cittadinanza italiana, sarà un aiuto concreto alla professionalizzazione, ben venga. Un reddito per il reingresso nel mondo del lavoro fa parte del nostro programma di crescita». E il Pd? «Da Casalino l’arroganza del potere contro le persone, a difesa di un partito e non dei cittadini. Vergognatevi, chiedete scusa e andate a casa perché non vi permetteremo di uccidere l’Italia»: così il candidato segretario al Congresso, Nicola Zingaretti e con lui di fatto tutti i dem che sperano di creare una frattura nella finora monolitica maggioranza gialloverde.