L’unico dubbio delle prossime elezioni amministrative a Monza riguarda il nome del candidato sindaco del Pdl. I nomi in ballo fino a questo momento sono quelli di Piefranco Maffé, assessore comunale ai Servizi sociali, e Dario Allevi, attuale presidente della Provincia, e sembra ormai chiaro che il centrodestra e la Lega correranno divisi, con quest’ultima che candiderà Marco Mariani, il sindaco uscente. Il termine per depositare le liste scade però il prossimo 3 aprile, mentre le elezioni si svolgeranno il 6 e il 7 maggio, quindi già nei prossimi giorni dovrà obbligatoriamente essere reso noto il nome del candidato sindaco del Pdl. Si conoscono invece i candidati degli altri schieramenti: ci sono Roberto Scanagatti (Pd, lista civica Città persone, Sinistra e libertà, Federazione della sinistra e Italia dei valori), Nicola Fuggetta (Movimento a cinque stelle), Anna Martinetti (Udc e Api), Vincenzo Ascrizzi (lista civica Aprire al cambiamento), Anna Mancuso (Monza futura), Paolo Piffer (Cambia Monza e Primavera Monza) e Ilona Staller (Dna, Democrazia, natura, amore). I candidati si affronteranno su diversi temi chiave, come quello del trasporto e della viabilità, e quello del Pgt, che negli ultimi giorni sta sollevando numerose polemiche. La commissione Urbanistica del consiglio comunale di Monza ha infatti bocciato pochi giorni fa la variante proposta dalla giunta guidata dal leghista Marco Mariani al Piano di governo del Territorio. Quando era il momento di votare, infatti, a sorpresa la Lega si è astenuta, lasciando così in minoranza il Pdl. Rivolto ai leghisti, ha poi parlato il capogruppo in Consiglio del Pdl, Giuliano Ghezzi, «Non rispondono nemmeno al telefono. Dico solo che nonostante il parere negativo porterò in aula la variante e poi muoia Sansone con tutti i filistei», ha commentato. Il consigliere comunale e candidato sindaco del centrosinistra Roberto Scanagatti, ha invece detto che «il segnale politico dato dai consiglieri di Lega Nord, il partito del sindaco, che al momento del voto si sono astenuti, facendo mancare quindi i voti necessari per l’approvazione, è comunque netto e sconfessa la linea del primo cittadino».
«I tempi sono strettissimi – ha continuato a dire – e dopo la manifesta rottura della maggioranza su un provvedimento così importante, che per noi rimane devastante per la vivibilità e il futuro di Monza, crediamo sia inutile forzare i tempi per l’approvazione in consiglio entro la scadenza del 18 marzo. Si faccia decidere ai monzesi, con il voto di maggio, se preferiscono la proposta a tutto cemento di Mariani e del centrodestra oppure la nostra, che punta a una revisione radicale del Pgt per garantire uno sviluppo equilibrato e sostenibile della nostra città».