Il turismo è importante per il clima di fiducia del Paese e si appresta a iniziare una stagione importante con tanti viaggiatori stranieri in arrivo
È anche una questione di fiducia. Che, come recitava un celebre claim pubblicitario, è pur sempre una cosa seria. Nell’estrema volatilità dei mercati, nelle estenuanti incertezze dettate dalla politica economica schizofrenica della nuova plutocrazia statunitense, tastare la “fiducia” delle imprese è un’impresa azzardata. Eppure, pur tra sagge prudenze, la fiducia delle imprese italiane e dei consumatori (fiducia nel proprio futuro, in quello della tenuta dei conti personali e nazionali, nella competitività sui mercati) sembra crescere.
È quello che ha certificato l’Istat nell’analisi di maggio: dopo tre mesi di calo, la fiducia delle imprese torna a crescere, trainata dal turismo, il cui indice aumenta di 18 punti in un solo mese. “Un segnale positivo per la stagione estiva in arrivo, che dovrebbe mettere a segno un incremento delle presenze anche quest’anno, soprattutto grazie ai turisti stranieri” commenta Confesercenti.
Le note negative arrivano invece dalla controtendenza della distribuzione tradizionale: i negozi vedono peggiorare l’indice di 4,3 punti in un mese, confermando le difficoltà endemiche delle attività di vicinato. Una sfiducia purtroppo corroborata dall’andamento del settore negli ultimi anni: tra il 2019 ed il 2024 sono sparite oltre 90mila imprese del commercio, un crollo determinato completamente dalla cessazione di imprese individuali (79mila in meno) e società di persone (oltre 20mila in meno) mentre quelle di capitale crescono. Una decisa accelerazione del processo di desertificazione urbana, che sta riducendo l’accesso ai servizi a milioni di italiani.
“In questa fase – sostiene Confesercenti -, a pesare sulle attività di vicinato è la coda lunga del rallentamento dei consumi generato dall’ondata inflattiva degli anni passati, ma anche una ritrovata prudenza dei consumatori. Anche a maggio, infatti, l’indice delle famiglie risale in tutte le sue componenti ma le valutazioni sono ancora ondivaghe e non danno luogo ad una stabilizzazione. Inoltre, anche i miglioramenti sul versante del reddito disponibile non hanno ancora l’impatto che ci si aspetterebbe sulla spesa delle famiglie. In una fase di difficoltà del commercio internazionale e delle esportazioni, però, le prospettive di crescita dell’economia del Paese sono proprio legate ai consumi interni e principalmente alla tenuta del turismo”.
Turismo che vede la stagione estiva partire con un mini-esodo: per il weekend lungo del 2 giugno (guai a chiamarlo “ponte”, visto che non si aggiunge alla vacanza nessuna giornata lavorativa: il 2 è festa nazionale) risulta prenotato l’80% delle sistemazioni disponibili online. Gli arrivi dall’estero spingono le prenotazioni nelle città d’arte e nelle località dei laghi.
Un buon auspicio per l’andamento dell’estate, le cui previsioni (secondo Assoturismo Confesercenti, sulla base di un’indagine di CST, il centro studi turistici di Firenze, sui portali delle principali Online Travel Agencies e su un campione di 1.489 strutture ricettive, distribuite tra alberghiero ed extralberghiero) sono favorevoli: tra giugno e agosto le strutture ricettive ufficiali attendono circa 211,2 milioni di presenze turistiche, con una crescita del +1% rispetto all’estate 2024.
La Festa della Repubblica e le previsioni meteo con temperature estive hanno incoraggiato la programmazione dei viaggi. Nel lungo weekend di inizio estate è atteso un consistente movimento di turisti italiani e stranieri, che si dirigerà più che altro verso le città e i centri d’arte, le località dei laghi, marine e delle aree rurali e di collina. In base all’indagine del CST, sui portali di prenotazione online la saturazione delle strutture ricettive delle città d’arte è pari all’88% della disponibilità, l’8% superiore alla media nazionale.
Trend favorevole anche per le località dei laghi dove l’occupazione media si attesta all’86%. Valori molto positivi sono stati rilevati per le strutture delle località rurali/collinari (79%) e marine (79%). Un tasso di occupazione leggermente più basso risulterebbe, invece, per le strutture delle località montane (70%) e termali (72%).
Per l’estate il turismo italiano, nonostante le difficoltà legate al quadro macroeconomico e alla concorrenza di destinazioni low cost, confermerà il suo percorso di crescita. La domanda si orienta soprattutto verso mete marine e montane, entrambe in crescita dell’1,1%. Le città d’arte seguono a +1%, mentre laghi e turismo rurale/collinare crescono più lentamente (+0,7% e +0,6%), anche se iniziano a beneficiare di una maggiore diversificazione dell’offerta e di una progressiva destagionalizzazione.
Le aree con la dinamica più positiva sono Sud e Isole (+1,4%) e Nord Ovest (+1,3%). Il Nord Est si attesta a +1%, mentre il Centro resta stabile (+0,2%), penalizzato da un lieve calo della domanda italiana. Le richieste degli stranieri, invece, crescono ovunque, con picchi al Sud (+3,1%). Si regista anche un incremento delle prenotazioni nelle destinazioni del turismo religioso: un segnale da cogliere, dopo l’avvio deludente del Giubileo 2025, che con i prossimi appuntamenti (e il nuovo Pontefice) potrebbe amplificare ulteriormente questo segmento.
Il contributo dei mercati esteri si rivela sempre più determinante per sostenere la crescita del comparto. Lo conferma la composizione della domanda: quest’anno, le presenze straniere supereranno quelle italiane. Secondo le stime di CST, gli ospiti internazionali dovrebbero generare circa 107,6 milioni presenze (+1,5%), contro le 103,6 milioni degli italiani (+0,5%). La quota estera raggiunge così il 51% del totale, confermando il progressivo spostamento dell’asse del turismo verso i mercati internazionali.
Le imprese ricettive segnalano un incremento delle prenotazioni soprattutto da parte dei turisti europei, in particolare da Germania, Francia, Svizzera, Belgio, Paesi Bassi, Austria, Polonia e Spagna. In lieve flessione, invece, i flussi da Australia e Cina, a causa del contesto economico e geopolitico. In rallentamento, dopo un lungo periodo di crescita, la domanda Usa.
Per quanto riguarda l’hospitality, l’estate 2025 vedrà il comparto alberghiero registrare le performance migliori: +1,4% di presenze nel trimestre estivo, grazie a una crescita del 2,2% della clientela straniera e dello 0,7% di quella italiana. Un balzo in avanti che gli permette di recuperare il terreno perduto rispetto all’extralberghiero, per il quale tra giugno e agosto è attesa una dinamica più contenuta, con un +0,4% complessivo (+0,6% stranieri, +0,1% italiani), ma che ha dominato i primi cinque mesi dell’anno.
“I dati confermano la resilienza del turismo italiano, capace di crescere ancora nonostante un contesto complesso e competitivo – commenta Vittorio Messina, presidente di Assoturismo -. Il sorpasso delle presenze straniere è un segnale importante, che testimonia l’attrattività internazionale del nostro Paese, ma anche la necessità di rafforzare il posizionamento dell’Italia nel mercato globale. La concorrenza delle destinazioni low-cost del Mediterraneo, in particolare per il turismo balneare, è forte e rischia di pesare sempre di più.
La risposta non può essere una gara al ribasso sui prezzi, ma un investimento continuo nella qualità dell’offerta: non solo quella delle strutture ricettive, ma dell’intero sistema dell’accoglienza, dei servizi, delle infrastrutture, della promozione e della cura del territorio. Sarebbe opportuno anche rivedere il sistema di oneri fiscali che gravano sui turisti che vengono in Italia, dall’imposta di soggiorno ad un’Iva sui prodotti turistici più alta di nostri molti competitor. Solo così possiamo affrontare con successo le sfide che ci attendono e consolidare in modo duraturo uno dei comparti più vitali della nostra economia”.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.