In Portogallo è scontro tra il presidente Marcelo Rebelo de Sousa e il Parlamento sulla legge sull’eutanasia, la cui approvazione è ulteriormente slittata, a distanza di cinque anni dall’inizio delle discussioni da parte del Governo. Alla fine di dicembre, come riportato da Il Fatto Quotidiano, infatti, è arrivato un nuovo ok, per la terza volta consecutiva, da parte dell’assemblea legislativa dello Stato: a favore la maggioranza assoluta del Partito socialista, contro l’estrema destra di Chega (Basta) e il vecchio Partito comunista. Ciò, tuttavia, non è bastato per il via libera definitivo.
Il presidente Marcelo Rebelo de Sousa, un moderato conservatore e integralista cattolico, ha infatti rinviato ancora una volta la legge sull’eutanasia alla Corte costituzionale, chiedendo un ulteriore controllo delle modifiche che erano state apportate al testo precedente su sua stessa richiesta. Il potere di promulgarla, infatti, spetta soltanto a lui. In tutte e tre le occasioni in cui si è ritrovato a dovere prendere una scelta, ha optato per un ulteriore slittamento.
Portogallo, legge su eutanasia slitta: il testo spacca presidente e Parlamento
La legge sulla eutanasia slitta dunque ancora in Portogallo. Il testo fa sì che il suicidio mediamente assistito sia autorizzato ad alcune condizioni. Le modifiche apportate dal presidente Marcelo Rebelo de Sousa dopo il secondo “no” avvalorandosi dei rilievi dei giudici costituzionali, hanno limitato alle persone maggiorenni la possibilità di ricorrere a questa pratica, soltanto ad ogni modo nel caso in cui la loro decisione sia “attuale e reiterata, seria, libera e informata”. Sembrava che queste ultime limature fossero tali da consentire l’approvazione, ma a dicembre scorso è arrivato il nuovo rinvio.
È difficile dunque credere che qualcosa possa cambiare nell’immediato futuro del Paese, noto per essere fermamente cattolico e conservatore. A tal proposito anche la Conferenza episcopale in questi anni ha criticato fortemente la nuova norma, sostenendo che consentisse un “allargamento della legalizzazione del suicidio assistito oltre le situazioni di morte imminenti, aprendo anche a situazioni di malattie curabili”.