Fa discutere e non poco in Portogallo la doppia decisione del Presidente della Repubblica uscente, Marcelo Rebelo De Sousa, sul fronte dei temi etici: con lo scioglimento delle Camere previsto per venerdì prossimo (dopo 6 anni di mandato presidenziale), il 72enne politico del Partito Social Democratico si appresta a rimandare alle Camere la legge (già approvata dal Parlamento) sull’eutanasia mentre di contro firma promulgandola la norma sulla maternità surrogata (utero in affitto).
Che il fine vita e il concepimento siano due temi molto diversi tra loro non serve un trattato di politologia per capirlo, ma il “denominatore comune” dei temi etici legati alla politica questo sì che avvicina fortemente le due scelte prese da Rebelo De Sousa. Come riporta “l’Avvenire”, il Presidente ha rimandato alle Camere per la seconda volta in pochi mesi la legge che ufficializza la depenalizzazione dell’eutanasia in Portogallo. Nella stessa sera però si è trovato a promulgare la norma sulla maternità in affitto, approvata appena tre giorni prima del Parlamento con i voti decisivi della sinistra (eccetto i comunisti, contrari alla legge) e dei liberali. Dopo un iter molto complicato, la norma ha definitivamente reso possibile l’accesso alla surrogazione di maternità «a donne che sono prive dell’utero, o con lesioni o in situazione clinica che impedisca loro in maniera assoluta e definitiva» di restare incinte». La legge prevede poi che la madre gestante possa cambiare idea entro 20 giorni dopo il parto, opponendosi così alla consegna ai genitori committenti.
PORTOGALLO A “DUE VELOCITÀ SUI TEMI ETICI
Per l’eutanasia invece Rebelo de Sousa ha posto iter inverso: nonostante la spinta di partiti e associazioni pro-choice, il Presidente del Portogallo ha deciso di rispedire la legge al Parlamento esigendo «di chiarire le apparenti contraddizioni rispetto a una delle cause di ricorso alla morte clinicamente assistita». Il testo ad oggi autorizza l’eutanasia in caso di malattia mortale, mentre in altre parti parla di «malattia incurabile» o «malattia grave e incurabile». Rebelo de Sousa ha poi spiegato che l’ultima versione della legge porterebbe il Paese molto più verso la norma della Spagna e meno del Canada, «un cambio considerevole nella ponderazione dei valori della vita e della libera autodeterminazione. Come del sentimento dominante nella società portoghese», ha chiosato il Presidente. È un andamento che potremmo definire “a due velocità”, altri parlano di “cerchiobottismo” ma insomma, ci siamo capiti: a fine mandato, il Presidente De Sousa rimette al Parlamento una legge molto “spinosa” come quella sull’eutanasia ma d’altro canto “sdogana” definitivamente la maternità surrogata nel Paese. Lo stesso Presidente uscente ha assicurato che sulla sua decisione «non pesa alcuna posizione religiosa, etica, morale filosofica o politica personale».