Ha preso il via il processo nei confronti della 31enne infermeria di Prato, conosciuta anche come la “prof”, che ha avuto un bambino da un ragazzino a cui dava ripetizione, oggi 15 enne. Fra gli imputati vi è anche il marito della donna, che giunto presso il tribunale, ha risposto così alle domande dei giornalisti dell’AdnKronos: «Sono tranquillo, ho la coscienza pulita». Difeso dagli avvocati Mattia Alfano e Massimo Nistri, l’uomo è accusato di alterazione di stato, ovvero, avrebbe cercato di riconoscere il figlio nato dalla relazione clandestina fra la moglie e l’adolescente, nonostante sapesse che non fosse suo. «Vengo oggi a testa alta ad affrontare questo processo – ha aggiunto – e come affronto la vita di tutti i giorni, sempre a testa alta. Dico la verità, non me lo aspettavo». I due vivono in case separate da quando è venuta alla luce la vicenda, ma la coppia è ancora innamorata: «Certamente c’è l’amore – ha spiegato l’avvocato Mattia Alfano a precisa domanda di un collega – altrimenti non sarebbe qui». Lo stesso legale ha poi motivato la scelta del rito abbreviato: «per uscirne il più velocemente possibile». Venerdì si terrà una nuova udienza per valutare se ci sarà o meno la possibilità di adire al rito alternativo, così come chiesto dagli imputati. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
PRATO, FIGLIO CON 15ENNE: PROCESSO AL VIA
Comincia oggi il processo a carico dell’operatrice socio-sanitaria di Prato accusata di violenza sessuale sul 15enne da cui ha avuto un figlio. La 31enne non dovrebbe essere presente in aula alla prima udienza, ma tra i banchi ci sarà invece il marito. Quest’ultimo rilascerà alcune dichiarazioni al giudice. Anche lui è imputato nel processo, ma è accusato di false dichiarazioni a ufficiale di stato civile, perché in una prima fase della vicenda aveva affermato di essere il padre del bambino nato dalla relazione della moglie con il 15enne pur sapendo che non era così. I legali della “prof di Prato”, come è stata appellata visto che dava ripetizioni di inglese al 15enne, mostreranno al giudice alcuni documenti, tra cui alcuni ritenuti utili per chiedere al tribunale di attenuare la misura degli arresti domiciliari. «Il percorso di cura intrapreso dalla nostra assistita sta procedendo bene e anche per questo chiederemo di attenuare la misura», ha dichiarato l’avvocato Maria Alfano, uno dei difensori, come riportato da Repubblica.
PRATO, FIGLIO CON 15ENNE: VIA AL PROCESSO
Il processo è in rito abbreviato pertanto le udienze si terranno a porte chiuse. La donna era stata arrestata lo scorso 27 marzo dopo le rivelazioni del ragazzino. Il 15enne aveva infatti confidato ai genitori di essere stato costretto ad atti sessuali con la donna che gli impartiva ripetizioni private di inglese. Sconvolti dalla notizia, i genitori si erano rivolti ad un avvocato e poi avevano fatto un esposto in procura. A presentare la querela era stata la madre del 15enne, preoccupata per lo stato di disagio psicologico in cui versava da qualche tempo il figlio. Da lì sono cominciati i controlli sulla donna e le indagini della procura di Prato. Si è così scoperto che il ragazzo effettivamente aveva avuto rapporti sessuali con la 31enne e che era il padre biologico del figlio. La conferma è arrivata nelle scorse settimane dal test del Dna a cui è stato sottoposto il piccolo. Ma dalle indagini sono emersi anche i messaggi che la donna mandava al ragazzino.