Si profila un plenum del Csm diviso sul nuovo Presidente di Cassazione: i nomi in lizza, le tensioni e l'astensione prevista di Pinelli
RESTA UNA CORSA A DUE PER LA NUOVA PRESIDENZA DELLA CASSAZIONE: NIENTE “UNITÀ” RICHIESTA DAL QUIRINALE
Era e rimane una corsa a due per sostituire Margherita Cassano, attuale Presidente della Corte di Cassazione ma in pensione dalla prossima settimana per raggiunti limiti massimi d’età: seppur impressa da settimane la “moral suasion” del Quirinale per puntare ad una compattezza unitaria ad eleggere la nuova Presidenza, al momento le ultime notizie che filtrano da Piazza Cavour confermano le impressioni della vigilia. Sono Stefano Mogini e Pasquale D’Ascola i nomi verso la guida della Cassazione, con il rischio fortissimo che il plenum del Csm convocato per giovedì 4 settembre 2025 possa arrivare a dividersi senza trovare una via definitiva.
Sarà presente anche Sergio Mattarella alla riunione del Consiglio Superiore di Magistratura, a conferma dell’importanza del momento per la guida della Suprema Corte di Cassazione, in un periodo anche molto delicato per i rapporti tra giustizia e politica come evidenziano gli scontri dell’Anm contro il Ministro della Giustizia Nordio. Se già la scorsa primavera la nomina per il procuratore generale della Cassazione vide la spaccatura tra le candidature di Gaeta e Fimiani, si profila un altra battaglia all’ultimo voto, appunto il contrario dell’unanimità richiesta dal Colle.

COSA PUÒ SUCCEDERE NEL PLENUM CSM DI GIOVEDÌ: LE CANDIDATURE E LE POSSIBILI ASTENSIONI
Entrambi presenti nell’attuale composizione della Cassazione, il presidente aggiunto D’Ascola sfida il presidente di sezione Mogini, con quest’ultimo che dalla sua ha una stretta collaborazione con la Presidente uscente Cassano (mentre il primo ha una più lunga carriera giuridica tra Ministero, ambasciate e magistratura). Con D’Ascola si schierano, secondo i calcoli del “Sole 24 ore”, i magistrati di sinistra di Magistratura Democratica (Miele) e Area (Carbone), così come Unicost con Forziati e il laico di minoranza Carbone. Mogini invece ottiene l’appoggio della laica in quota Lega Ecchet oltre al membro togato di Magistratura Indipendente Paolini.

Prendendo a prestito il linguaggio del pugilato, “ai punti” al momento sarebbe davanti D’Ascola, esponente più “vicino” al Centrosinistra dopo aver servito come capo di gabinetto del Ministro Mastella durante il secondo Governo Prodi. Con il plenum spaccato, l’impressione riportata oggi dal quotidiano “Il Dubbio” è che il vicepresidente del Csm Fabio Pinelli possa puntare all’astensione, e con lui anche la stessa Cassano e il procuratore generale Gaeta.
La prassi per la nomina del Presidente della Corte di Cassazione è che si voti con unanimità, e dunque il candidato che in potenza avrebbe meno voti possa ritirarsi prima della votazione finale: ad oggi però né Mogini né D’Ascola sono intenzionati al passo indietro e nel pieno di una alta tensione tra politica e magistratura si prospetta un plenum tutt’altro che “pacifico” per il prossimo 4 settembre.
