Si diffondono sempre più prestiti e pagamenti a rate. Occorre, però, prestare attenzione alle truffe e al livello di indebitamento
I pagamenti a rate in Italia sono sempre più diffusi – sia online che nei negozi fisici – e sono la forma di indebitamento che è cresciuta più rapidamente in termini percentuali: nel 2024, l’incremento annuo è stato compreso tra il 30% e il 33%.
L’indebitamento complessivo delle famiglie italiane è in aumento, spinto soprattutto dall’inflazione, ma rimane comunque lontano dai livelli statunitensi. Questo grazie a una maggiore cultura del risparmio e a un accesso al credito generalmente più prudente. In Italia, il livello medio di indebitamento si aggira intorno al 30-40% del reddito, mentre negli Stati Uniti può superare il 100%, trainato da prestiti studenteschi, carte di credito e mutui.
I debiti non sono tutti uguali. Il mutuo è il classico, il re del debito italiano. Serve per la casa, dura in media 24 anni, ha tassi (relativamente) bassi ed è garantito dall’ipoteca. Rappresenta il 60–70% dell’indebitamento familiare.
Poi c’è il credito al consumo, il debito quotidiano, diviso in due grandi famiglie: prestiti personali (20-30%) per comprare auto, viaggi, elettrodomestici, a volte anche solo per “consolidare” altri debiti, che durano da pochi mesi a dieci anni; carte revolving, che permettono di rateizzare gli acquisti, ma con interessi da capogiro, anche oltre il 24%, al limite della soglia d’usura.
Infine, c’è il Buy now, pay later (Bnpl), “compra ora, paga dopo”, diventato di moda. Si comprano le scarpe in 4 rate da 40 euro, poi un cellulare, poi l’orologio. A fine mese si hanno tanti piccoli debiti, con addebito sul conto o sulla carta di credito. E intanto gli operatori digitali ci guadagnano eccome. È molto popolare tra i 18 e i 34 anni, in quanto è rapido e non serve avere una carta di credito. Ma può creare l’illusione di spendere senza conseguenze. E quando non si paga in tempo, scattano le penali.
Tra prestiti, carte e micro-rate, il rischio è quello di accumulare debiti silenziosi. Saper leggere bene il contratto (Tan, Taeg, penali, costi nascosti) è essenziale. Così come evitare “offerte” che sembrano a tasso zero ma che hanno altri costi – come spese di istruttoria, di incasso della rata, per assicurazioni obbligatorie, ecc. – o penali.
Non possono mancare anche le truffe sui prestiti che fanno parlare anche questa estate. La proposta arriva o da call center (49% dei casi) o tramite e-mail ingannevoli (36%) o siti web contraffatti (28%). Resistono anche truffe via sms o WhatsApp e infine il contatto diretto.
Il caso classico è un sms che sembra provenire da un istituto di credito, offrendo un prestito con condizioni vantaggiose. Il messaggio contiene un link che porta a un sito web che imita perfettamente quello ufficiale della banca. Solo dopo aver inserito i propri dati personali e bancari, la vittima si accorge che il sito è falso e i suoi dati (e soldi) sono stati compromessi.
Concludiamo con qualche utile consiglio. Anzitutto, ricordarsi sempre che un prestito è un impegno che vincola il proprio futuro. Prima di accettarlo, è fondamentale valutare con attenzione se si è davvero in grado di sostenere le rate.
In tal senso, ed è il secondo consiglio, è meglio non superare con il totale delle rate mensili il 30% del proprio reddito netto. Oltre quella soglia, il rischio è di trovarsi presto sommersi dallo stress finanziario – e personale.
Infine – viste le truffe anche in questo campo – è importante informarsi sulla solidità della società o della banca a cui ci rivolgiamo, in quanto devono essere autorizzate dagli enti competenti, e leggere bene i contratti senza fretta.
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