Processo Ciro Grillo, ammessa la “prova regina”/ Bongiorno: “Preoccupata per i tempi”

- Silvana Palazzo

Processo a Ciro Grillo e i suoi tre amici, ammessa la "prova regina": di cosa si tratta. Dopo la prima udienza l'avvocato Giulia Bongiorno si dice "preoccupata per i tempi". Cosa è emerso...

ciro grillo controcorrente 640x300 Ciro Grillo in un video di Controcorrente

Comincia con una svolta importante il processo a Ciro Grillo e agli amici Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria. C’è stata l’ammissione delle fonti prova, tra cui l’hard disk con tutte le intercettazioni con scambi di messaggi e chat che per l’avvocato Giulia Bongiorno, che assiste la presunta vittima della violenza sessuale di gruppo, è “la prova regina” del racconto della sua assistita. Udienza a porte chiuse a Tempio Pausania, così sarà fino al 18 gennaio 2023, con la prossima fissata per il 1° giugno. Inoltre, nella lista dei testimoni sono state inserite 56 persone.

Come evidenziato dal Corriere della Sera, il collegio dei giudici, presieduto da Marco Contu, ha ascoltato le parti riguardo le loro ragioni sull’ammissione di testi e fonti di prova. Non c’erano la presunta vittima e l’amica, tra le prime testimoni ad essere sentite. Silvia oggi vive all’estero, dove studia e prova a ritrovare un po’ di serenità. “Voglio riprendermi, ce la devo fare”, ha detto al suo legale. Proprio l’avvocato Giulia Bongiorno ha espresso le sue preoccupazioni “per i tempi del processo”.

“PER MIA ASSISTITA SI RIACUTIZZA TRAUMA”

Per l’avvocato Giulia Bongiorno è “giusto dare spazio a tutti i mezzi di prova possibili”, motivo per il quale non si è opposta. D’altra parte, come riportato dal Corriere, fa notare che “ogni volta che si riapre questo capitolo per la mia assistita si riacutizza il trauma”. Tra le prove ammesse, dunque, c’è l’hard disk con le intercettazioni e lo scambio di messaggi e chat tra Silvia e altre persone.

Per il legale della ragazza è una specie di “scatola nera” che dimostra come la ragazza abbia sempre raccontato la verità sulla violenza sessuale subita da Ciro Grillo e i suoi tre amici. Tra i testimoni ammessi, oltre alla moglie e al figlio adottivo di Beppe Grillo, c’è anche il ragazzo che Silvia aveva accusato di violenza sessuale nel 2018 e che vive in Norvegia. Gli chiese scusa per quello che aveva raccontato, quindi si ritiene che questa testimonianza possa essere utile alla difesa dei quattro ragazzi per minare la credibilità della giovane.







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