A "Ulisse" questa sera la storia di Hiroshima e Nagasaki: cosa fu il progetto Manhattan che rese possibile la creazione della bomba atomica
La diretta di questa sera del programma “Ulisse, il piacere della scoperta” affronterà quella cruciale pagina della storia che pose fine alla Seconda guerra mondiale con il primo test ufficiale che dimostrò il successo del progetto Manhattan, mostrando al mondo – e soprattutto al Giappone e all’URSS, quest’ultima non ancora una vera e propria minaccia, ma anzi un’alleata – la potenza degli USA: ovviamente il riferimento è al primo (e fortunatamente ultimo) uso della bomba atomica creata al progetto Manhattan e che rase letteralmente al suolo la quasi interezza delle città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki.
Il fatto storico in sé – ovvero la distruzione di Hiroshima e Nagasaki e la fine della guerra – l’abbiamo trattato in un altro articolo che potete facilmente recuperare, mentre qui vogliamo soffermarci solamente sul progetto Manhattan: la sua genesi è piuttosto lontana da quel distrutto 1945 e ci riporta indietro fino al 1938, quando i fisici Albert Einstein e Leo Szilard misero in guardia il governo USA sul rischio che la Germania nazista avrebbe potuto di lì a poco – grazie alla fissione nucleare scoperta da Otto Hahn e Fritz Strassmann – realizzare una bomba atomica in grado di distruggere l’intero mondo.
Dal canto suo, il governo USA prese l’avvertimento molto seriamente e decise di creare l’Uranium Committee, che oggi possiamo definire tranquillamente il primo abbozzo del progetto Manhattan: il comitato comprendeva diversi fisici e scienziati di altissimo livello, incaricati di studiare l’effettiva fattibilità di un ordigno atomico, incentrandosi in particolare sul tema della possibile reazione a catena tra elementi nucleari e, seppur il progetto partì a rilento, presto diede degli importanti frutti.
Cos’era il progetto Manhattan: avviato nel 1942, dopo tre anni portò alla creazione della prima bomba atomica della storia
Nel primo abbozzo del progetto Manhattan fu, infatti, coinvolto anche il nostrano Enrico Fermi, che riuscì nel dicembre del 1942 a dimostrare la fattibilità della reazione a catena nucleare, mettendo a punto quello che fu chiamato Chicago Pile-1: un successo che portò l’allora presidente statunitense a stanziare circa 500 milioni di dollari, creando il vero e proprio progetto Manhattan, che coinvolse – tra le migliaia di persone assunte a vario titolo – il famoso Robert Oppenheimer e il collega Leslie Groves, che dirigevano le operazioni nel segretissimo sito di Los Alamos.
Senza scendere nei tecnicismi del progetto Manhattan, qui è certamente utile ricordare che, dopo aver ricevuto complessivamente circa 2 miliardi di dollari dal governo USA, nel luglio del 1945 i fisici testarono per la prima volta “Gadget”: si trattava della prima bomba atomica della storia, con una potenza di 20 kiloton testati (con successo) nel sito Trinity; mentre da lì ci volle pochissimo tempo prima che – l’agosto successivo – “Little Boy” e “Fat Man”, con una potenza rispettivamente di 13 e 20 kiloton, venissero sganciate dai cieli di Hiroshima e Nagasaki.