Sono in arrivo aumenti salariali per i dipendenti della Pubblica amministrazione: da Zangrillo 10 miliardi di euro e un fondo per gli Enti locali

È stato presentato in queste ore, al Forum di Cernobbio, il nuovo piano per gli aumenti salariali destinati ai dipendenti della Pubblica amministrazione che dovrebbe colmare – ferma la necessaria approvazione anche da parte dei sindacati, per ora sul piede di guerra – il divario che si è andato a creare a causa dell’aumento dell’inflazione e dei mancati rinnovi dei contratti negli ultimi anni: un piano articolato e che vanterà uno stanziamento da 10 miliardi di euro, messo in campo dal ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo.



Complessivamente, il piano per restituire respiro ai dipendenti della Pubblica amministrazione sarà diviso in due parti principali: la prima è la cosiddetta “direttiva madre” e la seconda è quella riservati ai dipendenti della Funzione centrale (ovvero coloro che quotidianamente affiancano i ministri), con quest’ultimo che sarà il primo a partire non appena – si ipotizza entro novembre – saranno definiti i sindacati che potranno prendere parte alle trattative.



Giorgia Meloni durante un incontro con i sindacati a Palazzo Chigi (Ansa)

L’obbiettivo è quello – soprattutto con la direttiva madre – di dare il via al rinnovo di tutti i contratti della Pubblica amministrazione che sono rimasti bloccati negli ultimi anni: non a caso dopo la Funzione centrale, partiranno anche gli ultimi step delle trattative per la Sanità – per ora solo i medici, più tardi anche gli infermieri -; mentre restano completamente aperte le discussioni per i dipendenti degli Enti locali e dell’Istruzione.

Non solo aumenti per la Pubblica amministrazione: allo studio un fondo destinato ai dipendenti degli Enti locali

Insomma, complessivamente per ora sono stati messi a disposizione 10 miliardi di euro che dovrebbero finire – a vario titolo – nelle tasche dei dipendenti della Pubblica amministrazione, ma al contempo lo stesso Zangrillo ha anche annunciato l’apertura di un vero e proprio fondo per andare incontro agli Enti locali che oggi vedono stipendi – pur a parità di ore lavorative – nettamente inferiori rispetto ai colleghi che si trovano a Roma.



A livello percentuale, la differenza di stipendi tra Enti locali ed Enti nazionali – spiega il Messaggero – è di oltre il 18% medio, con picchi fino al 26 per cento se si guarda nelle tasche dei dipendenti delle agenzie fiscali: il fondo per le Pubblica amministrazione di Zangrillo dovrebbe ridurre al minimo quella differenza, rendendo – al contempo – anche maggiormente attrattivo il settore pubblico locale per i giovani e i nuovi dipendenti; ma per capirne l’effettivo funzionamento dovremo attendere la prossima Legge di Bilancio, quando – assicura il ministro – dovrebbe diventare pienamente operativo.