Pupi Avati: “Serve un grande ministro della Cultura”/ “Politica ascolti le esigenze”

- Alessandro Nidi

Pupi Avati ha commentato la situazione politica attuale: "Ci manca da molto tempo una persona appassionata, competente e colta"

Pupi Avati Rai 2021 Pupi Avati Rai 2021

Pupi Avati, sulle colonne de “La Verità”, ha affrontato la questione relativa alle elezioni politiche 2022 in Italia, che hanno registrato la vittoria del Centrodestra, con Fratelli d’Italia che è risultato il primo partito nel nostro Paese. Un risultato che il regista non ha voluto commentare nello specifico, ma che ha utilizzato per lanciare un accorato appello al prossimo governo, prossimo all’insediamento non appena sarà sciolto il nodo del totoministri. Una richiesta che il cineasta si augura non passi inosservato.

All’Italia serve “un grande ministro dei Beni culturali. Ci manca da molto tempo una persona appassionata, competente e colta. Ultimamente abbiamo concesso priorità alle strategie della politica, a causa delle quali le esigenze di chi opera nei diversi campi della cultura sono rimaste disattese”.

PUPI AVATI: “OGGI LE SALE SONO UNA REALTÀ MOLTO SULLO SFONDO”

Restituire alla cultura il suo valore, insomma, è il mantra di Pupi Avati, che non ha potuto fare a meno di soffermarsi sulla situazione di crisi che stanno affrontando i nostri cinema: “Purtroppo oggi le sale sono una realtà molto sullo sfondo e questo è un dolore enorme – ha detto a ‘La Verità’ –. È ovvio dire che un film così, come quasi tutti, in sala ha un impatto totalmente diverso. Credo, inoltre, che ci permetterà di verificare se quando parliamo di cultura lo facciamo perché la riteniamo davvero necessaria o se lo facciamo solo per accusare i partiti di non averla a cuore. Confido nel fatto che dopo due anni di pandemia esista un pubblico più desideroso di contenuti. E che perciò possiamo tornare a essere più ambiziosi”.

E, nonostante nella società siano incoraggiati comportamenti che incrementano le distanze tra le persone anche con i social, Pupi Avati punta a riproporre la qualità dell’essere umano nella sua sensibilità più elevata. Mentre oggi tutto è bruciato in un attimo, il film del regista parla del ‘per sempre‘, “la locuzione verbale totalmente uscita dal nostro linguaggio. Nessun autore ha più il coraggio di scrivere ‘per sempre’, nemmeno nelle canzoni d’amore”.





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