Il commissario alla Difesa dell'UE Andrius Kubilius ha esortato l'Europa a correre ai ripari per la possibile guerra contro la Russia di Putin

È ormai chiaro – stando, almeno, alle parole della maggioranza dei politici e dei militari europei e occidentali – che quello dei droni russi in Polonia non è stato un errore e a pensarlo è anche Andrius Kubilius, attuale commissario alla Difesa dell’UE, intervenuto sulle pagine di Repubblica per analizzare quanto sta accadendo alle porte dell’Unione, le sue implicazioni future e – forse soprattutto – ciò che ogni paese oggi dovrebbe fare per scongiurare la minaccia di un conflitto.



Partendo proprio dalla Polonia, Kubilius sostiene senza mezzi termini che l’intento della Russia era quello di testare “le capacità (..) di tutta la NATO” nel proteggersi dalle minacce: la buona notizia per il commissario è che la risposta è stata sicuramente “positiva”, ma al contempo ha aperto anche alla certezza che la nostra attuale “protezione anti-droni non è ben sviluppata” e non arriva neppure lontanamente alle capacità dimostrate dall’Ucraina nei tre anni di conflitto.



Proprio all’Ucraina – secondo Kubilius – dovremmo guardare per capire come sfruttare al meglio le “moderne tecnologie”, partendo dai “sensori acustici” usati da Kiev per sviluppare un vero e proprio “muro anti-droni” che possa difendere i cieli della NATO e dell’Europa; tutto fermo restando che al contempo per Kubilius si dovrebbe anche rafforzare i sistemi “anti mobility” per le eventuali invasioni che potrebbero arrivare da terra.

L’allarme di Andrius Kubilius: “Entro tre anni Putin sarà pronto ad attaccare la NATO”

Complessivamente, al di là dell’incidente in Polonia, per Kubilius resta chiaro ciò che le “intelligence dicono” ormai da diversi anni a questa parte, ovvero che “Putin sarà pronto” ad attaccare la NATO “entro tre o quattro anni”: esisterebbero in tal senso, infatti, dei veri e propri “piani” sulla scrivania del presidente russo e resta solamente – da un lato – da capire se intenderà “metterli in atto” e se saremo capaci di rispondere.



Vladimir Putin, Presidente della Russia (ANSA-EPA 2025)

Altrettanto innegabile per Kubilius è che “Putin è la minaccia numero uno per la sicurezza europea” ed è proprio tenendo a questo allarme che si deve lavorare strenuamente per “aumentare le nostre capacità di difesa“: l’obbiettivo ultimo secondo Kubilius non è quello della guerra, ma di riuscire a “scoraggiare qualsiasi aggressione” sfruttando e migliorando i sistemi di “difesa collettiva” dato che l’articolo 5 della NATO chiede di “resistere nei primi 10 giorni” prima di poter vedere dispiegare le forze dell’Alleanza.

Oltre alla difesa tradizionale, però, secondo Kubilius restano i temi della “guerra elettronica” da tempo avviata dal Cremlino e che richiede che si potenzino aspetti come “Galileo e Copernicus” con un’importante serie di “investimenti aggiuntivi”, superando anche l’eventuale dipendenza dagli Stati Uniti e dal sistema “Starlink” nel garantirci la possibilità di controllare “dallo spazio (..) armi, droni e così via”.