Recentemente il leader russo Vladimir Putin è andato in visita a Volvograd, un tempo Stalingrado, per commemorare l’ottantesimo anniversario della vittoria sovietica contro Adolf Hitler. Un luogo simbolico, perché rappresentò la prima vera vittoria di un qualsiasi stato contro i nazisti, che in quel periodo sembravano impossibili da fermare. Il leader russo ha voluto anche che venisse posizionata una statua dedicata a Josef Stalin proprio nel memoriale eretto sulla collina Mamayev Kurgan, teatro effettivo dei combattimenti contro i nazisti. È stata un’occasione, per Putin, per ripetere ancora una volta al suo popolo l’importanza della “operazione speciale” che sta conducendo in Ucraina.
Putin e le minacce all’Occidente
Dal luogo simbolo in cui i nazisti caddero per la prima (vera) volta durante la Seconda Guerra Mondiale, in cui Putin ha portato come da tradizione dei fiori, si è poi spostato in una location segreta per tenere un accorato discorso alla nazione. La stessa commemorazione era blindatissima, senza nessuna persona sulla collina, per strada (dove d’altronde non c’erano che automobili militari di servizio per il leader russo) o anche solo affacciata alla finestra, forse a nascondere un’evidente, secondo alcuni giornali, fatica fisica provata dal numero uno russo.
Al suo popolo Putin ha spiegato come trovi “incredibile che siamo ancora minacciati dai carri armati tedeschi“. Ha detto che “la continuità di generazioni, valori e tradizioni” del popolo russo, “ci rende forti e fiduciosi in noi stessi, nella nostra ragione e nella nostra vittoria” in Ucraina. “Coloro che credono di vincere sul campo di battaglia sembrano non capire che adesso una guerra con la Russia sarebbe completamente differente da allora”, spiega ancora Putin, riferendosi alla seconda guerra mondiale (che costò alla Russia almeno 1 milione di morti contro Hitler), “non siamo noi ad aver inviato i carri armati alle loro frontiere. Ma abbiamo i mezzi per rispondere e non finirà con l’uso dei tank. Tutti devono capirlo”. “L’ideologia del nazismo nella sua forma moderna rappresenta di nuovo una minaccia per la Russia”, ha concluso, sostenendo che “ci sono tentativi di spingere l’Europa, Germania compresa, alla guerra con” Mosca.