E’ stata resa pubblica nelle ultime ore la classifica Qs World University Rankings 2023, l’elenco delle migliori università al mondo. Come sottolineato dal Corriere della Sera, migliora il posizionamento degli atenei italiani, che anche se non sono riusciti ad entrare nella top 100, scalano la graduatoria. Da segnalare anche che, oltre ai soliti colossi americani che da anni comandano la classifica, si stanno facendo strada i nuovi atenei asiatici che offrono un’istruzione sempre più autorevole e riconosciuta a livello internazionale.
Ma vediamo quindi la Top Ten della Qs World University Rankings 2023, la classifica delle università, dove troviamo saldamente al comando il MIT di Boston, il mitico Massachusetts Institute of Technology, davanti a Cambridge, quindi Oxford, poi Harvard e Stanford a completare la Top 5. L’Imperial College di Londra segue al sesto posto con l’ETH di Zurigo settima, quindi la prima università asiatica, leggasi la National University of Singapore (NUS), poi l’UCL e infine Berkeley in California a completare la top 10. Per quanto riguarda invece le università italiane il miglior ateneo del nostro Paese risulta essere il Politecnico di Milano al 123esimo posto. La Sapienza di Roma si piazza invece in 134esima posizione, venti posizioni sopra l’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna. Fuori dalla top 200 troviamo Padova, al 219esimo posto, con il Politecnico di Torino 252esimo e la Statale di Milano al 276esimo piazzamento.
QS WORLD UNIVERSITY RANKINGS 2023, CLASSIFICA UNIVERSITÀ: IL BALZO DEGLI ATENEI NOSTRANI
In classifica troviamo infine la Federico II di Napoli, l’università di Pisa, quella di Firenze e quella di Torino. Il Politecnico di Milano sale quindi di 16 posizioni, ma ancor meglio riesce a fare la Sapienza, che registra un balzo di quasi 40 posizioni tenendo conto che nel 2022 era 171esima.
In crescita anche Bologna, da 167 a 154. A spingere verso l’alto i nostri atenei, ricorda il quotidiano di via Solferino, il fatto che fra i nuovi parametri si è deciso di ridimensionare il peso del rapporto numerico studenti-docenti che è sempre stato un punto debole del nostro sistema accademico.