La Legge di Bilancio del 2025 ha quasi approvato il nuovo accordo sugli stipendi statali, che prevede un aumento importante.
Grazie al recente accordo e il nuovo CCNL, gli stipendi statali nel 2025 prevedono un aumento importante. Recentemente il patto è stato firmato e depositato presso l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (Aran).
Ad esser d’accordo sono state le maggiori associazioni dei sindacati, tranne Uil e Cgil, rappresentando dunque l’82% dei consensi. La nuova normativa include i funzionari centrali, nello specifico coinvolge 6.160 professionisti e dirigenti dello Stato italiano.
Stipendi statali 2025, contratto vicino all’approvazione: quanto aumenta?

Il precedente comunicato sottoscritto dall’Aran ha precisato e quantificato l’incremento degli stipendi statali, che nel 2025 complessivamente (recentemente abbiano pubblicato una tabella retributiva), ammontano a 558€ al lordo delle tasse.
Il nuovo importo sarà corrisposto per 13 mensilità, e la sua decorrenza ha come data il 1° gennaio 2024. E a proposito di “vecchie scadenze”, l’ente garantisce degli arretrati medi di circa 9.400€ complessivi, che verranno pagati ad ottobre di quest’anno.
Ma le novità non riguardano esclusivamente la retribuzione bensì altri comparti legati all’attività lavorativa: dall’aggiunta di nuovi welfare (pensando alla sanità, alle attività culturali e al reddito) agli organismi che tutelano l’intero settore.
Accordo vicino all’approvazione
Secondo il Presidente dell’Aran, Naddeo, l’accordo è stato siglato in poco tempo ma soprattutto combacia con le performance e le funzionalità della Pubblica Amministrazione. È un contratto che porta innovazione ma soprattutto sicurezze, e non solo sull’aspetto redditizio bensì su ogni altro settore.
La firma sul contratto – ribadisce ancora Naddeo – è arrivata in tempi molto celeri, 3 mesi. Grazie a tale tempestività si è permesso di poter accelerare i tempi per poter approvare l’accordo in via definitiva (ci aspettiamo arrivi molto presto).
Una recente novità stabilita giorni fa dalla Corte Costituzionale è relativa alla soglia massima prevista per per i manager e i dirigenti pubblici, che non viene accettata a 240.000€ ma si tornerà ai vecchi 311.658,23€.
L’idea iniziale di Paolo Zangrillo era quella di incentivare i lavoratori ad avanzare di carriera, mentre ora il Governo sta valutando di attuare ulteriori modifiche all’aumento della retribuzione.
