In occasione di settembre il Governo sta pensando a rivedere la riforma delle pensioni. La Quota 41 flessibile dal 2026 sostituirebbe la Quota 103.

Nel 2026 il Governo potrebbe introdurre la Quota 41 flessibile, una misura che andrebbe a sostituire l’attuale “103” e permetterebbe l’uscita dal lavoro all’età di 62 anni. Si sta suggerendo di pensare oggi stesso a come intervenire, dato che negli anni la Lega ha tentato di superare la Fornero e c’è stato un aumento dell’età cosiddetta “pensionabile”.



Dopo la fine dell’estate vedremo se il Governo approverà la nuova misura, rendendola già attiva a partire dall’anno prossimo (2026). Se così fosse i futuri beneficiari dovranno soddisfare determinate condizioni ancor prima del 31 dicembre dell’anno in corso.

Come funzionerebbe la Quota 41 flessibile del 2026?

Fonte: Pixabay.com

La Quota 41 flessibile è una misura che estenderebbe la platea di beneficiari. Potrebbe partire dal 2026 ed essere attuata in modo “temporaneo”. Com’è facile intuire, si parlerebbe di 41 anni di contribuzione minima da versare e il raggiungimento di 62 anni di età.



A differenza della Quota 103 destinata a sparire a fine anno, con la 41 e in modalità “flessibile”, i beneficiari subirebbero una “penalizzazione” più leggera: il 2% per ciascun anno anticipato. Considerando che la vecchiaia si raggiunge a 67 anni, per Legge lo sgravio massimo sarebbe al 10% (un 5% in meno rispetto alla attuale misura).

Inoltre i contribuenti che godono di un reddito da lavoro vengono esclusi da tale penalità, purché il RAL non superi i 35.000€ annui.

Criticità nel budget dell’Erario

Fin dall’inizio Lega Nord ha cercato di proporre di attuare Quota 41 per tutti. Dando uno sguardo al bilancio dello Stato è facile immaginare che una simile opzione non avrebbe fatto altro che peggiorare e aggravare sul budget. Tentando di inserire la “flessibile” nel 2026 si riuscirebbe ad accantonare un bel gruzzoletto.



La riduzione delle ulteriori e attuali misure anticipate è stata graduale, fino a quando come con Quota 103 si provvederà alla rimozione totale. La strategia è finalizzata ad abbassare i costi “vivi”, potendo concentrarsi in eventuali soluzioni strutturali.

Resterebbe comunque il problema economico causato dalla stessa Quota 41 flessibile, dato che quasi certamente aumenterebbe le spese ai danni dell’erario proprio perché includerebbe più beneficiari.