Raf ha ricordato il successo ottenuto dopo "Self control" ("Ero scorbutico, mi sentivo fuori posto") e la sua amicizia con Umberto Tozzi: "Ci divertiamo come dei pazzi"
Timido sin dalla nascita, Raf ha reso nota anche la più grande figuraccia che abbia mai fatto: “Finisce il concerto, si spengono le luci, due rapidi passi in avanti e prendo in pieno una grossa cassa speaker di cui mi ero dimenticato. Dopo un triplo salto carpiato con avvitamento, con la chitarra al collo, mi ritrovo a pelle d’orso sul palco proprio mentre qualcuno, sentito il tonfo, riaccende i riflettori. Mi rialzo imbarazzatissimo. Intorno a me ridono tutti, musicisti, tecnici e spettatori. E dalla prima fila, passata l’apprensione, sghignazza pure Fabrizio Frizzi, che non mancava mai a una mia data”.
RAF: “UMBERTO TOZZI? NESSUNA COMPETIZIONE FRA NOI, MA LUI È RITARDATARIO!”
Impossibile, poi, per Raf non soffermarsi sulla sua amicizia con Umberto Tozzi: “Ci conoscevamo dai tempi di Firenze, quando lavoravo con Bigazzi come producer. Per dieci anni a Romasiamo stati vicini di casa, facevamo le vacanze insieme. Come quando siamo andati in settimana bianca sulle Dolomiti e, dopo le discese, ci fermavamo a mangiare nei rifugi. Prima di tornare a valle sugli sci un po’ alticci, zigzagando in pista… più che altro rotolando!”.
Anche durante il loro lungo tour Raf e Tozzi sono sempre andati d’amore e d’accordo: “Con Umberto mi diverto come un pazzo! Ogni tanto ha la luna storta, capita, però è simpaticissimo. Con lui poi non scatta nessuna competizione sul palco se uno dei due ha cantato un pezzo in più: zero problemi, solo allegria. Un difetto? È ritardatario, perché è lentissimo. Per farsi la doccia ci mette una vita, anche a tavola mangia con somma calma, gli altri hanno finito e Umberto è ancora al primo. Lui, peraltro, mi rimprovera la stessa cosa, dice che il ritardatario sono io. A volte è vero”.
