I raid della polizia brasiliana contro le bande di narcotrafficanti hanno provocato almeno 45 morti. Nell’ultima operazione a Rio de Janeiro, la polizia ha dichiarato di aver risposto al fuoco in una sparatoria nella zona di Complexo da Penha, uccidendo almeno 10 persone. In precedenza, 16 persone sono morte durante un raid di cinque giorni nello stato di San Paolo, denominato dalla polizia Operazione Scudo. Nello stato nord-orientale di Bahia, i funzionari hanno dichiarato che da venerdì sono stati uccisi 19 sospettati.
Dati allarmanti quelli riportati dalle stesse autorità brasiliane e rilanciati dalla BBC. L’ultimo, controverso raid è avvenuto giovedì scorso dopo l’uccisione di un agente delle forze speciali nella città costiera di Guarujá, un’operazione criticata dal ministro della Giustizia brasiliano Flavio Dino, il quale ha dichiarato che la reazione della polizia non è stata proporzionale al crimine commesso. Amnesty International ha dichiarato che il raid della polizia di Guarujá ha mostrato “chiari segni di ricerca di vendetta per la morte di un agente di polizia“. Al centro dell’attenzione anche l’operazione nel Complexo da Penha, un gruppo di favelas nel nord della città di Rio de Janeiro, dove mercoledì sono state uccise dieci persone, di cui un boss del narcotraffico e un trafficante. Talíria Petrone, membro della legislatura dello Stato di Rio, ha affermato che “non c’è alcuna spiegazione per cui lo Stato continui a trasformare la vita nelle favelas in un inferno come questo“.
Raid della polizia in Brasile, sono 125 i morti da inizio anno: “massacro si ripete”
L’Instituto Fogo Cruzado, un’organizzazione che analizza i dati sulla violenza armata in Brasile, ha definito i raid della polizia “uccisioni di massa“. In una dichiarazione pubblicata dopo il raid a Rio de Janeiro, la stessa organizzazione ha affermato che dall’inizio dell’anno si sono verificati 33 incidenti di questo tipo nella città, per un totale di 125 morti. Anche l’Instituto Marielle Franco – una ONG che prende il nome dalla politica Marielle Franco, assassinata nel 2018 – ha criticato pubblicamente gli ultimi eventi: “il massacro si ripete“, ha scritto in un comunicato.
Katy Watson, corrispondente della BBC in Sud America, ha dichiarato che la violenza della polizia non è una novità in Brasile, in quanto ogni settimana ci sono sparatorie e morti. La corrispondente ha sottolineato che Rio de Janeiro è uno degli Stati più violenti del Brasile e le operazioni della polizia per contrastare la criminalità legata alla droga mietono spesso vittime, dando voce all’accusa che le autorità siano poco addestrate e dal grilletto facile.