Ramadan a scuola: i presidi pretestano contro i bambini che digiunano, difendendo il diritto alla tutela della salute. Sul caso Pioltello, invece, Valditara si rimette alla Regione

La celebrazione musulmana del Ramadan, ovvero il mese dedicato al digiuno per ricordare la prima rivelazione del Corano, quest’anno sta causando diversi problemi all’interno della scuola italiana. Recentemente, infatti, si è lungamente discusso dell’istituto comprensivo statale di Pioltello, nel milanese, dove è stata indetta la chiusura per il 10 aprile, giorno in cui si conclude ufficialmente il mese di digiuno.



Sulla scuola chiusa per il Ramadan a Pioltello è intervenuto, nella giornata di oggi, anche il ministro Giuseppe Valditara che ha dichiarato di aver “avviato una semplice verifica”. Il ministro, infatti, ricorda che “il calendario scolastico lo stabilisce la Regione: le scuole nella loro autonomia, per esigenze strettamente collegate con il piano dell’offerta formativa o anche per esigenze che devono essere motivate, possono integrare il calendario regionale e possono apportare qualche deroga”. Sulla celebrazione del Ramadan a scuola, Valditara sottolinea anche che “le festività possono essere introdotte esclusivamente dalla Regione o dallo Stato” e spetterà, quindi, “all’ufficio scolastico della Lombardia” verificare “se le decisioni prese dal consiglio d’istituto sono coerenti con la legge”.



Calenzano: presidi contro il digiuno del Ramadan a scuola

Oltre a Pioltello, però, il Ramadan sta facendo parecchio discutere anche la scuola primaria Don Milani di Calenzano, vicino a Firenze. Qui, infatti, segnalano le maestre, alcuni piccoli studenti musulmani, pur recandosi a pranzo con i compagni, osservano il digiuno. Una situazione che Antonello Giannelli, presidente Anp (Associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola), al Quotidiano Nazionale definisce “una forzatura“.

Non vi è, infatti, nessuna ragione per far osservare il Ramadan a scuola ai bambini che, ricorda Giannelli, sono “esentati anche dalla stessa religione musulmana“, e seppur “ognuno a casa propria può comportarsi come ritiene più giusto”, lo stesso non vale per le istituzioni scolastiche che sono “luogo di vita e di educazione”. Il digiuno religioso, evidenzia ancora Giannelli, è sicuramente meno importante “di tutelare la salute dei bambini“, come peraltro la ricordato anche l’Imam di Firenze. Izzedin Elzir, infatti, si è opposto al Ramadan a scuola, ricordando anche lui che “al primo posto c’è la salute. L’Islam sottolinea sempre la sacralità della vita. Pertanto, non devo digiunare se metto in pericolo la mia esistenza”.