Morte di Ramy Elgaml, ascoltati dal PM i Carabinieri accusati da depistaggio e frode processuale: la loro versione sul famoso video cancellato
Dopo un ampio scontro che si è combattuto in larga parte – ma non integralmente – sulle pagine di cronaca, alla fine i carabinieri che hanno inseguito lo scorso 24 novembre a Milano lo scooter T-Max guidato da Fares Bouzidi cagionando la morte di Ramy Elgaml, sono stati ascoltati in Procura per l’indagine aperta a loro carico sull’ipotesi di depistaggio e frode processuale: secondo il racconto di un testimone – ed è questo il punto principale – i due agenti dopo aver speronato lo scooter sul quale si trovava a bordo Ramy Elgaml gli avrebbero intimato di cancellare un video che (a suo dire) dimostrava esattamente le dinamiche dell’incidente e della morte del ragazzo.
A comprovare – solo parzialmente – questa ipotesi ci sarebbe stato anche quell’unico ed ormai famosissimo video delle telecamere stradali comunali che aveva impresso gli ultimi istanti di vita di Ramy Elgaml nel quale si vede chiaramente che dopo l’impatto due militari si sono diretti verso il testimone (poi identificato come il 28enne Omar E.) per un breve scambio di battute; mentre ascoltati dalla Procura in questi giorni i due agenti avrebbero raccontato grosso modo entrambi la stessa versione, sostenendo che avrebbero “solo diffidato [a Omar] di divulgare quelle immagini, convinti che avesse fatto un video delle fasi dei soccorsi e del massaggio cardiaco” e che sarebbe stato – in tal senso – “poco etico” diffonderle sul web.
Contromossa dell’amico di Ramy Elgaml: Fares Bouzidi sporge denuncia nei confronti di quattro Carabinieri
Al di là di come la si voglia pensare sulla versione fornita dai Carabinieri sul video della morte di Ramy Elgaml fatto cancellare, la partita rimane ancora completamente aperta con il consulente tecnico della Procura – il dottor Marco Tinti – che dopo aver analizzato il cellulare di Omar aveva effettivamente trovato traccia di un file video cancellato che risaliva a quella notte e all’orario preciso dello schianto dello scooter guidato da Fares; ma non riuscì a recuperare le immagini lasciando il dubbio su quale ‘verità’ sarebbero state in grado di dimostrare.
Nel frattempo, l’amico di Ramy Elgaml che guidava lo scooter quella notte ha sporto denuncia nei confronti di quattro Carabinieri, ritenendoli – da un lato – responsabili delle lesioni dato che lo avrebbero “deliberatamente [speronato] urtando con la parte anteriore sinistra della vettura (..) la parte posteriore destra del motociclo” e – dall’altro lato – di aver “falsamente” redatto i verbali di quella notte, omettendo lo speronamento, la presenza “del testimone oculare” e scrivendo che la catenina d’oro che aveva in tasca – dopo che avrebbero personalmente “visto l’operatrice sanitaria slacciarla dal mio collo” e sentendo la stessa “mentre mi informava che la riponeva nella mia tasca” – fosse rubata.
