Si chiama Aldo Maria Romboli, ma in “arte” si fa chiamare Kongram, il pusher che ha venduto il metadone a Flavio Presuttari e Gianluca Alonzi, i due ragazzi morti a Terni. Rapper e spacciatore, oltre che ultrà della Ternana che aveva ricevuto un Daspo, è una “star” antifascista dei centri sociali del posto. A rivelare il “profilo” del pusher reo confesso Il Primato nazionale, che ha trovato una serie di locandine con Aldo Maria Romboli protagonista di eventi nel centro sociale Csa Germinal Cimarelli e a sostegno della squadra di calcio popolare “Primi della strada”. Ma è stato ospite anche di manifestazioni musicali sponsorizzate da Comune e Regione. Dunque, si tratta di un personaggio conosciuto a livello locale. «Sono antifascista nella maniera più totale», dichiarava nelle interviste. Dall’ordinanza del gip Barbara Di Giovannantonio emerge di aver venduto un po’ di metadone per ricavare i soldi che gli servivano per acquistare cocaina. Una tragedia per 15 euro, questa la somma che hanno sborsato Flavio e Gianluca, i due ragazzini morti nel sonno dopo aver ingerito quella che loro credevano fosse codeina, la cosiddetta droga dei trapper.
ALDO MARIA ROMBOLI, PUSHER È RAPPER ANTIFASCISTA
Invece era metadone, diluito con l’acqua in una bottiglietta. Ma non era la prima volta che il pusher vendeva metadone ai due ragazzi: era già successo a giugno. Ma se la prima volta aveva detto che si trattava di codeina, il 6 luglio invece avrebbe detto loro che era metadone. Una versione che cozza con quella degli amici dei due 15enni. Come riportato da Libero, dopo aver assunto la dose, i due ragazzi si erano visti con gli amici per una partita di calcio, ma senza giocare perché stavano già male. Gianluca Alonzi «si era accasciato su una panchina ed aveva vomitato più volte, per poi essere riaccompagnato a casa». Prima di andare via si era lamentato con Flavio Presuttari dei dolori. I due hanno spiegato, ricordano i testimoni, «che era colpa della codeina comprata da Aldo». Per il gip «l’effetto letale del metadone su Flavio e Gianluca è conseguenza dell’alta concentrazione». In soggetti non tossicodipendenti, infatti, la sostanza «anche in minima quantità può determinare il decesso». C’è poi il sospetto, riportato dal Corriere della Sera, che i due amici non abbiano voluto recarsi in ospedale per non dover fornire spiegazioni su quello che avevano assunto.
RAGAZZI MORTI TERNI, AUTOPSIA NON CHIARISCE CAUSE
«Gianluca sembrava stesse peggio rispetto a Flavio: ogni tanto si accasciava e quando ci avvicinavamo per chiedergli perché si sentisse così male, sembrava quasi che gli occhi gli si girassero indietro», hanno raccontato gli amici. Uno ricorda che Gianluca aveva vomitato una sostanza biancastra. «Noi gli abbiamo spiegato che non poteva trattarsi di quella perché la codeina è viola mentre questa era bianca, e quindi poteva essere metadone». Così giovani e così esperti di farmaci e sostanze stupefacenti. Ma il giudice ha evidenziato che dall’indagine dei carabinieri è emersa pure «un’allarmante consuetudine fra i ragazzi, sopratutto adolescenti, di assumere metadone o codeina diluiti con acqua o altre bevande per ottenere un effetto rilassante». I giovani sentiti finora hanno raccontato che hanno imparato «con i video su internet e dai testi dei cantanti trap» come miscelare le sostanze. Oggi comunque è stata eseguita all’istituto di medicina legale di Perugia l’autopsia sui due corpi. Stando a quanto riportato da Tgcom24, non ha definitivamente chiarito cosa abbia provocato la morte dei due ragazzi. Resta confermata però l’ipotesi della morte legata all’uso di una sostanza tossica. Gli esami tossicologici chiariranno se si sia trattato di metadone o di codeina: i risultati tra una settimana.