Su Prime Video è arrivata la terza stagione di "Reacher", serie di grande successo con protagonista Alan Ritchson

È arrivata su Prime Video la terza stagione della serie tv Reacher ed essendo appassionato del libri di Lee Child da cui è stata tratta e avendo qui scritto della prima e seconda stagione, adesso vi parlo della terza.

Sono uscite in streaming tre puntate in una botta e le altre hanno una programmazione settimanale per un totale di otto episodi di cinquanta minuti ciascuno. Questa serie è basata sul settimo romanzo della saga uscito negli States nel 2001 con il titolo Persuader, in Italia nel 2007 come La vittima designata e segue quasi pari pari la trama del libro, c’è qualche piccolo cambiamento che però non stravolge la narrazione originale.



Si parte con il botto: Jack Reacher (Alan Ritchson) sventa il rapimento del giovane Richard Beck (Johnny Berchtold) ammazzando due rapitori e involontariamente un poliziotto. Ma è tutta un fiction per far sì che il gigantone s’infiltri in una gang malavitosa. E iniziano i flashback che orami sono una costante sia delle serie tv che dei film.



Nel suo vagabondare per gli States, arrivato nel Maine, Reacher vede un fantasma salire su un’auto di lusso: un ex colonnello dell’esercito che vendeva segreti in Medio Oriente e che lui era convinto di aver ucciso. Per rintracciare il proprietario dell’autoveicolo si avvale dei vecchi commilitoni della polizia militare, ma si accende un allarme rosso e si presenta da lui la Dea (antidroga statunitense): il proprietario del mezzo è considerato un grosso trafficante di droga che si cela dietro l’attività di import ed export di tappeti orientali.

Questi è Zachary Beck (Anthony Michael Hall) e non il fantasma, l’ex colonnello Francis Xavier Quinn (Brian Tee), ma Jack Reacher intuisce che c’è un filo comune tra i due. La Dea lo coinvolge per salvare un’infiltrata sotto copertura e sgominare la banda di Beck e con la fiction dello sventato rapimento di cui sopra s’ingrazia il padre di Richard ed entra nell’organizzazione a pieno titolo, ma il suo obiettivo è arrivare a Quinn.



Perché l’aveva ucciso (o presunto tale)? Questo lo scoprirete nello svolgersi degli episodi.

Se nella seconda stagione Reacher è un cowboy che lotta contro le ingiustizie in cui s’imbatte, qui è sempre un cavaliere solitario che viene ingaggiato dai rancheros buoni (Dea) per estirpare i cattivi. Ritrova un marcione che considerava morto e invece è vivo e vegeto per un pelo e tira le fila dei traffici malavitosi. Per il nostro protagonista c’è però un solo un obiettivo: la vendetta.

C’è il solito cliché con la bella gnocca di passaggio, in questo caso l’agente della Dea Susan Duffy (Sonya Cassidy), e in esagerata esposizione la fisicità del nostro eroe, l’attore Alan Ritchson, alto 191 centimetri, grosso e pompato, che corre come Jacobs, nuota nelle acque turbolente dell’Oceano Atlantico meglio di Phelps, spara come il cecchino di American Sniper (a parte la cilecca su Quinn) e picchia più forte di Jack la Motta in Toro Scatenato. Un Hulk biondo con gli occhi di ghiaccio. Tutto ormai già visto nelle altre due stagioni.

La chicca sarà il duello (botte da orbi) con un tirapiedi di Quinn, Paulie, un bestione con poco cervello ma tanti muscoli e testosterone a mille interpretato dal bodybuilder e attore Oliver Richters, 218 centimetri di altezza per 160 kg di muscoli al cui confronto Reacher sembra una mezza sega.

Riuscirà il nostre eroe a sgominare la gang, salvare l’infiltrata sotto copertura, abbattere il maxi gigante Paulie e compiere la sua vendetta?

Nota a margine. La seconda stagione di Reacher è stata la più vista di Prime Video e così anche le prime tre puntate di questa terza, pare che sia stata già preannunciata la quarta.

Personalissimo cartellino: la serie inizia a essere un po’ ripetitiva e a battere la fiacca.

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