L’economista del think tank Bruegel, Zsolt Darvas, lancia l’allarme sul Recovery Fund e sulle presunte risorse che potrebbero essere riservate ai Paesi dell’Unione Europea maggiormente colpiti dall’emergenza coronavirus. Secondo Darvas solo il 25% dei 500 miliardi previsti dal Recovery Fund potrà essere speso dai Paesi in difficoltà, Italia in primis, mentre il grosso delle risorse, il 75% del totale, potrebbe non arrivare prima del 2023, ovvero dopo due anni e mezzo di attesa. Il che potrebbe rendere quantomeno intempestivo l’arrivo delle risorse. Lo strumento per la ripresa proposto a maggio dalla Commissione Europea è composto da 250 miliardi di prestiti e, soprattutto, 500 miliardi di sovvenzioni ritenuti indispensabili per quelle nazioni che sono state bloccate per mesi dalla pandemia di covid-19. Per questo si chiede un cambio di passo importante da parte del Consiglio UE, che il prossimo 19 giugno sarà chiamato a una riunione molto attesa tra le resistenze di molti paesi membri.
BRUEGEL: “NEI PRIMI DUE ANNI SPESI SOLO IL 25% DELLE SOVVENZIONI”
La presidente della BCE Lagarde ha definito il Recovery Fund “unica chanche per l’Europa”, ma secondo il report di Bruegel fino al 2022 potranno essere spesi solo 125 dei 500 miliardi stanziati dal Recovery Fund, esattamente il 25%. Si tratta proprio della parte in sussidi che fa gola all’Italia, quella che secondo gli accordi non dovrà essere restituita e, trattandosi di trasferimenti diretti, non ha impatto diretto sul debito pubblico. Ma secondo i programmi operativi finanziati dal Bilancio Ue bisogna prima passare una lunga fase di progettazione, di approvazione e infine di attuazione degli aiuti. Un processo che Darvas ha evidenziato come molto laborioso e che coinvolge tutti gli strumenti di finanziamento della Commissione, compreso il Recovery Fund. Pe il quale il 78% degli “impegni” di spesa viene effettivamente concordato nel lasso di tempo che va dal 2020 al 2022. “Tuttavia” sottolinea Darvas nel suo studio, “la Commissione prevede che appena il 24,9% della nuova potenza di fuoco in sovvenzioni verrà speso nel periodo 2020-2022, quando le esigenze di una ripresa economica saranno maggiori”.