Grande attesa per la nuova bozza delRecovery Plan, il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Ci ha lavorato in questi giorni il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, dopo gli incontri della scorsa settimana con le delegazioni dei partiti di maggioranza. Una volta ricevuta la bozza, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte dovrebbe convocare il Consiglio dei Ministri per approvarla e poi inviare il documento al Parlamento affinché venga emendato. Non dovrebbe esserci più il progetto di un Centro nazionale sulla cyber security a Palazzo Chigi, presente a pagina 8 nel testo del 29 dicembre su proposta del premier e con una spesa prevista di 2,5 miliardi. Contro si era schierato Matteo Renzi, il quale aveva chiesto a Conte anche di lasciare la delega sui servizi segreti.
Stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, i tecnici del ministero dell’Economia hanno lavorato nelle ultime ore per riscrivere la bozza del Recovery Plan sulla base delle richieste presentate dai partiti della maggioranza a Gualtieri e al ministro degli Affari europei Vincenzo Amendola. Dovrebbe scendere la parte dedicata agli incentivi (da 55 miliardi della prima bozza si dovrebbe passare a 10-15) a favore invece di un potenziamento degli investimenti, soprattutto green, che ha un impatto alto sulla crescita del Prodotto interno lordo.
RECOVERY PLAN, NUOVA BOZZA E NODO SANITÀ: PIÙ RISORSE
Il nodo della Sanità pesa sul Recovery Plan. I gruppi di maggioranza hanno chiesto, infatti, di aumentare le risorse, che nel vecchio testo ammontavano a 9 miliardi. Il governo potrebbe far ricadere sotto questa voce i 5 miliardi tra edilizia ospedaliera e altri investimenti che invece nella bozza precede ricadevano sotto altri capitoli di spesa. Ma Italia Viva insiste affinché il premier Giuseppe Conte chieda a Bruxelles i 36 miliardi del Mes. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, si starebbe trattando all’interno del governo e c’è l’ipotesi di pendere in prestito dall’Ue solo una parte del fondo per le spese sanitarie. Inoltre, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri è preoccupato riguardo la richiesta di Renzi di prendere tutti i 196 miliardi per finanziare progetti aggiuntivi. Nella prima bozza del Piano nazionale di ripresa e resilienza si prevedeva di usare 88 miliardi per sostituire finanziamenti nazionali per opere già previste. Conte spinge anche per la concentrazione del numero di progetti e per lo snellimento della governance.