La Legge non ammette in alcun caso il recupero crediti aggressivo ai danni del consumatore finale con dei debiti reali.

Il recupero crediti aggressivo è un’azione che spesso le società addette a riscuotere i debiti a nome di terzi fanno al fine di terrorizzare i debitori e provare in qualunque modo – anche esagerato – a recuperare il denaro dovuto.

Talvolta le società di recupero crediti poco serie minacciano di pignorare la pensione, di eseguire esecuzioni forzate su beni immobili e mobili o nel peggior dei casi allarmare i debitori di un potenziale arresto. Così l’Unione nazionale consumatori ha fornito delle risposte e suggerimenti specifici su come difendersi in certi casi.



Recupero crediti aggressivo e invano alla Legge

Il recupero crediti aggressivo non è accettato dalla normativa vigente, la cui Legge tutela i consumatori finali laddove sussistano delle ritorsioni o minacce che violerebbero il principio etico e di mediazione di certe società addette al recupero dei debiti.

La prima violazione che spesso le società di recupero crediti commettono è l’arrivo sul luogo di lavoro oppure presso il proprio domicilio, con evidenti intimidazioni che possano arrecare danni alla dignità personale di ogni individuo e ledere la privacy dei consumatori.



In secondo luogo – l’osservazione più sottovalutata – è il reale accertamento del debito e di procedure avviate al fine di sanare il debito dopo aver trovato una mediazione con la finanziaria a cui spettano i suoi soldi, oppure aver contestato l’inesistenza del credito richiesto.

Chiarezza sul pignoramento

L’Unione Nazionale dei Consumatori pone molta attenzione alla veridicità di quanto detto da alcune società di recupero crediti. Si definiscono azioni forzate quelle intimidazioni infondate al fine di farsi restituire il debito.

Tra le prime minacce surreali individuiamo il rischio del carcere. Si tratta di una intimidazione irreale in quando l’inadempimento è di natura civile e non penale, motivo per cui eventuali complicazioni potrebbero sorgere soltanto a fronte di un decreto ingiuntivo.



Anche il pignoramento dei beni può esser richiesto soltanto da un giudice di pace che dopo aver analizzato il D.I potrebbe approvare o meno l’esecuzione forzata su mobili e immobili. Tuttavia, ciò può avvenire soltanto se il debito è stato contratto con finanziarie o istituti bancari.