Un'altra relatrice speciale Onu nega gli stupri del 7 ottobre, la dichiarazione sui social: "Non ci sono prove da inchieste indipendenti"
La relatrice Onu Reem Alsalem, collaboratrice speciale delle Nazioni Unite sulla violenza contro le donne, ha recentemente dichiarato in un post sui social che gli stupri sulle donne israeliane del 7 ottobre non sarebbero mai avvenuti perchè non ci sono inchieste che li dimostrano. Una affermazione che ha fatto seguito anche ad altre parole, pronunciate poco dopo l’attacco di Hamas in Israele, che parlavano sempre di una costruzione narrativa, definita una “trappola” nella quale i media sarebbero cascati. Tutto questo nonostante le indagini, effettuate dalla stessa organizzazione, abbiano trovato prove inconfutabili delle violenze commesse non solo nei confronti di persone vive ma anche su cadaveri.
Non meno importante, la testimonianza dell’ostaggio Guy Gilboa, che ha raccontato di aver subito stupri e umiliazioni anche ti tipo sessuale da parte dei terroristi che lo tenevano prigioniero. Il quotidiano Il Foglio, ha ricostruito la vicenda, ricordando anche la risposta di Rafael Medoff , direttore dell’Istituto David Wyman di studi sull’Olocausto, che aveva ribadito come molti membri dell’Onu rappresentassero il tipico doppio standard basato sul pregiudizio antisemita che mostra sempre il popolo di Israele come capro espiatorio e mai come vittima.
Petizione per rimuovere la relatrice Onu Reem Alsalem dopo le dichiarazioni sulla mancanza di prove degli stupri del 7 ottobre
Alle numerose dichiarazioni della relatrice Onu Reem Alsalem, sulla presunta mancanza di prove degli stupri del 7 ottobre 2023, aveva già risposto in precedenza un rapporto interno pubblicato dalle stesse Nazioni Unite. La coordinatrice che si occupa delle indagini sulle violenze sessuali nei conflitti, Pramila Patten, aveva confermato tutte le accuse avanzate dalle donne vittime di aggressioni sopravvissute, e dal successivo Dinah Report, corredando i documenti con prove trovate sul campo, come reperti di biancheria strappata, corde legate agli alberi e corpi con brutali mutilazioni genitali.
Alla luce delle gravi affermazioni, definite incompatibili non solo con il ruolo di collaboratrice Onu ma anche con quello di esperta di violenze basate sul genere, è stata avviata una petizione, firmata già da numerose figure impegnate contro l’antisemitismo, che hanno richiesto formalmente al segretario generale Antonio Guterres la rimozione dall’incarico, poichè le sue non sono solo opinioni, ma “disinformazione fatta sfruttando una posizione di rilievo“.