Perché riforma del Testo unico della finanza (Tuf) per Freni (Mef) è "una rivoluzione per le PMI": cosa cambia, le novità in arrivo e il prossimo decreto
FRENI PRESENTA LE NOVITÀ DELLA RIFORMA FINANZA
La riforma del Testo unico della finanza (TUF) è una «vera rivoluzione» per il sottosegretario all’Economia Federico Freni, secondo cui in questo modo si modernizza il mercato finanziario italiano, rendendolo più competitivo a livello europeo, si favorisce la crescita delle PMI, si attraggono capitali esteri e, allo stesso tempo, si semplifica il quadro normativo.
Freni ne ha parlato al Sole 24 Ore, assicurando che si tratta solo di un primo passo di un «progetto più ampio». Infatti, sono previsti altri provvedimenti, ad esempio su sanzioni e reati, e tutto ciò «confluirà in un nuovo Codice dei mercati finanziari». In questo modo il mercato sarà più flessibile e agile e si spingeranno le imprese a vedere il capitale di rischio come un’opportunità di crescita, non come un peso.
Per quanto riguarda le principali novità per le PMI e le società che si quotano, viene introdotto uno statuto speciale per le società neo-quotate o per le PMI già quotate che decidono di adottarlo. Potranno scegliere tra diverse regole di governance e si potrà derogare al voto di lista, votando singolarmente i membri del CdA.
Inoltre, è prevista maggiore flessibilità nelle procedure per le operazioni con parti correlate, così come la possibilità di escludere il diritto di recesso e modificare le maggioranze statutarie.
RIFORMA FINANZA, DALLA SOGLIA PER L’OPA ALLE ASSEMBLEE
Il sottosegretario in quota Lega ha spiegato anche perché è stata aumentata la soglia dell’Opa al 30%, in linea con l’Europa: non si tratta di una norma pensata per singole aziende, ma di un intervento «di sistema» per armonizzare le regole. In merito al venture capital e al private debt, si introducono nuove forme societarie per incentivare investimenti in startup e PMI, come la Limited Partnership, sul modello anglosassone, e l’utilizzo della SAPA (società in accomandita per azioni) adattata. In questo modo, il mercato italiano viene reso più attrattivo anche per gli investitori esteri.
Inoltre, la riforma apre alla possibilità di tenere assemblee a distanza o in forma mista, per aumentare la partecipazione, ma una minoranza qualificata di soci potrà comunque chiedere che si svolgano in presenza. In questo modo si superano anche le obiezioni dell’Ue. Oltre al TUF, è stato modificato anche il Codice civile con interventi «complementari»: è prevista la riscrittura dei modelli di amministrazione e controllo, una maggiore autonomia per i sistemi monistico e dualistico e la semplificazione delle regole sulle operazioni con parti correlate (sotto una certa soglia stabilita da Consob).
Il lavoro del governo Meloni prosegue: infatti, si sta lavorando al prossimo decreto per eliminare il «doppio binario», poiché oggi alcune condotte sono sia reato sia illecito amministrativo, e ciò genera duplicazioni. Gli altri obiettivi sono rendere chiaro che cosa è reato e che cosa è solo illecito amministrativo, spostare le sanzioni alla competenza esclusiva del giudice amministrativo e semplificare le procedure per renderle più moderne e snelle.
“PLATEA DI INVESTITORI DA AMPLIARE”
Nelle ultime ore il sottosegretario all’Economia è intervenuto in un videomessaggio all’evento Deloitte – The Board of the Future, spiegando le finalità della riforma della finanza. «Sciogliere il calcare di un sistema troppo stratificato» è fondamentale per favorire la crescita reale, senza la quale non può crescere nulla.
A tal riguardo, ha richiamato la necessità di allargare la platea degli investitori: «Per far crescere l’economia reale non si può chiedere soldi sempre agli stessi soggetti», ha dichiarato, secondo quanto riportato da Milano Finanza. Pertanto, le casse di previdenza, pur fornendo un contributo determinante, «non possono essere l’unico attore di questa crescita». Bisogna stimolare differenti veicoli, a partire dal fondo dei fondi.
In generale, Freni ha delineato un’epoca complessa, in cui non c’è solo un cambio generazionale, ma anche un’evoluzione nelle modalità di investimento e di crescita, per cui bisogna adattarsi e «implementare sempre di più le regole di Corporate Governance», in quanto «il ruolo dei board potrà costituire un volano di crescita con cui far sviluppare le imprese italiane».