RIFORMA PENSIONI 2020/ Quota 41 e flessibilità a 62 anni per la Cgil (ultime notizie)

- Lorenzo Torrisi

Presto dovrebbe partire un confronto tra Governo e sindacati sulla riforma pensioni. Le parole di Roberto Ghiselli in merito

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RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI GHISELLI

Il 2020 dovrebbe vedere, già a gennaio, l’avvio di un confronto tra Governo e sindacati sulla riforma pensioni. “Questa volta non si può sfuggire al tema vero, quello del superamento strutturale della Legge Monti-Fornero con un nuovo sistema flessibile e solidaristico, che regga nel tempo e offra una prospettiva previdenziale anche ai giovani. Quota 100 in tre anni darà una risposta solo a poche centinaia di migliaia di persone, fra l’altro lasciando fuori i più deboli, oggi dobbiamo invece pensare ai milioni di lavoratori che aspettano una risposta definitiva e stabile nel tempo. Noi siamo pronti al confronto serio e rigoroso, ma, se si renderà necessario, anche alla mobilitazione, su un tema che è particolarmente sentito da tutta la nostra gente”, dice in merito Roberto Ghisellli.

LA RICHIESTA DI FLESSIBILITÀ DELLA CGIL

Secondo quanto raccolto da pensionipertutti.it, il Segretario confederale della Cgil ricorda che “il sistema a cui pensiamo è quello in cui è il lavoratore e la lavoratrice a decidere quando andare in pensione, dopo 62 anni con 20 anni di contributi, o a qualunque età con 41 anni di contributi, ma coloro che si trovano nelle diverse condizioni di usura o pesantezza del lavoro, potranno avere delle condizioni più favorevoli o per anticipare l’uscita dal lavoro o per ottenere un rendimento pensionistico maggiore, agendo sul valore dei coefficienti di rivalutazione. Lo stesso criterio lo immaginiamo per riconoscere il lavoro delle donne e quello di cura”. Dunque dal suo punto di vista non ci si può limitare a una flessibilità sui lavori usuranti o gravosi.





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