RIFORMA PENSIONI 2024/ La “giungla” degli anticipi da razionalizzare (ultime notizie 4 febbraio)

- Lorenzo Torrisi

Riforma pensioni, l'analisi di Michaela Camilleri alla luce del numero dei meccanismi di anticipo attualmente previsti

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RIFORMA PENSIONI, L’ANALISI DI CAMILLERI

In un articolo pubblicato sul sito di Itinerari Previdenziali, Michaela Camilleri spiega che “la Legge di Bilancio per il 2024 ha confermato i canali di anticipo pensionistico già esistenti (Quota 103, Ape sociale e Opzione Donna), rendendo più stringenti i requisiti per l’accesso. Nessuna riforma di sistema, dunque, nonostante una delle maggiori criticità del nostro sistema pensionistico risieda proprio nell’elevato numero di norme che hanno concesso nel tempo deroghe rispetto all’età legale di pensionamento per specifiche categorie di lavoratori: dalle baby pensioni del 1969 ai prepensionamenti dovuti alle diverse crisi di settore, dalle nove salvaguardie per gli esodati alle anticipazioni come Ape, Opzione Donna, Quota 100, 102 e 103″.

LA GIUNGLA DEGLI ANTICIPI

Per l’autrice, “sono senza dubbio necessarie misure di flessibilità in uscita, anche considerando l’eccessiva rigidità imposta dalla riforma Fornero. Tuttavia, occorre ridurre il numero dei meccanismi di anticipo attualmente previsti e fare in modo che la flessibilità diventi strutturale per evitare di ripetere gli errori del passato e garantire equità tra le diverse categorie di lavoratori”. Anche perché, come evidenziato dall’ultimo Rapporto di Itinerari Previdenziali, si è ormai arrivati a una vera e propria “giungla pensionistica” che “ha, da una parte, allungato eccessivamente la durata delle pensioni, e, dall’altra, prodotto un abbassamento dell’età effettiva di pensionamento di cui spesso non si tiene conto nel dibattito sui requisiti di accesso e nelle conseguenti scelte politiche”.

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