Riforma pensioni 2025, le parole dell’ex ministro del Lavoro Cesare Damiano in vista della Legge di bilancio
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI DAMIANO
Probabilmente solo all’inizio del prossimo mese si saprà quale sarà la cornice finanziaria entro cui il Governo costruirà la Legge di bilancio e si capirà anche a quali capitoli di spesa saranno destinate le risorse individuate. Intanto si fanno già i conti su quanto costerà la sola rivalutazione delle pensioni in base all’inflazione e si fanno ipotesi sulle misure che possano aumentare la flessibilità del sistema previdenziale. Cesare Damiano, nell’ultima edizione di TG Lavoro & Welfare, ha evidenziato che nelle precedenti manovre il Governo Meloni ha ristretto le possibilità di anticipo pensionistico (per esempio, con più paletti per Opzione donna) e non sarebbe positivo se ora andasse in direzione opposta senza alcuni accorgimenti.
RIFORMA PENSIONI 2025, LE PROPOSTE SULLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE
L’ex ministro del Lavoro, per esempio, consiglia di abbassare da tre a due volte il trattamento minimo la soglia per l’importo del futuro assegno necessaria a usufruire della pensione contributiva anticipata a 64 anni, senza ricorrere all’utilizzo del Tfr come pare intenzionato a fare l’Esecutivo. Damiano suggerisce anche un nuovo semestre di silenzio-assenso e agevolazioni fiscali per incentivare l’adesione alla previdenza complementare. L’esponente del Pd si dice invece d’accordo con l’ipotesi di congelare l’aumento (pari a tre mesi) dei requisiti pensionistici in base all’aspettativa di vita che dovrebbe scattare dal 2027, in attesa di capire come poter “disinnescare” in maniera strutturale questo adeguamento.
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