Riforma pensioni 2025, esistono divari non trascurabili nella previdenza complementare, a partire da quello di genere
RIFORMA PENSIONI, I DATI DELLA COVIP
Gli iscritti alla previdenza complementare nel 2024 sono aumentati rispetto al 2023, ma vi sono tre divari importanti messi in luce dall’ultima relazione della Covip ricordati da Affari&Finanza, inserto economico di Repubblica. Il primo riguarda il genere, dal momento che il 61,6% degli iscritti è costituito da uomini. Poi, vi è un divario geografico, visto che il 57,2% degli iscritti vive al nord. Infine, gli aderenti sono perlopiù over 35, anche se i giovani con meno di 35 anni iscritti rappresentano il 19,9% del totale (un dato in crescita rispetto al 17,6% del 2019), segno anche che dopo il Covid è cresciuta nono poco la forza lavoro costituita dai giovani e che alcuni di loro hanno avuto contratti più stabili e redditizi.
IL CHIARIMENTO SUL BONUS GIORGETTI
Bisognerà comunque cercare di incentivare l’adesione alla previdenza complementare dal momento che meno del 40% dei lavoratori vi aderisce contro una media dei Paesi Ocse pari al 50% e circa un quattro degli iscritti ha smesso di effettuare versamenti. Vedremo quali saranno le misure che il Governo metterà in campo su questa tema nella prossima Legge di bilancio. Intanto in chiarimento importante, in questi giorni in cui si parla anche del Bonus Giorgetti, arriva dall’esperto pensioni di Repubblica, che rispondendo a un quesito posto da un lettore ricorda che usufruire di questo “bonus” in busta paga per i dipendenti pubblici non modifica il calcolo del Trattamento di fine servizio (Tfs), in quanto non comporta alcun impatto negativo sulle retribuzioni imponibili.
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