Riforma pensioni 2025, le stime dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre e le parole di Gabriele Fava, Presidente dell’Inps
RIFORMA PENSIONI 2025, I DATI DELLA CGIA DI MESTRE
Saranno circa tre milioni i lavoratori italiani che entro il 2029 lasceranno il loro lavoro per andare in pensione. A dirlo è l’Ufficio Studi della Cgia di Mestre elaborando i dati Excelsior, evidenziando che il 52,8% è ora occupato nel settore privato, mentre il 25,2% nella Pa. Il rimanente 21,9% è costituito da lavoratori autonomi. Le regioni più interessate da questo “esodo” saranno Lombardia, Lazio e Veneto. Le imprese saranno messe in difficoltà da questi pensionamenti e già ora stanno cominciando a cercare di assumere dipendenti più giovani e qualificati, i migliori dei quali riusciranno probabilmente ad avere incrementi salariali importanti, vista la scarsità di offerta dovuta anche alla situazione demografica del nostro Paese.

RIFORMA PENSIONI 2025, LE PAROLE DI FAVA
Intanto il Presidente dell’Inps Gabriele Fava, ai nostri microfoni, ha ribadito la sostenibilità del sistema previdenziale italiano, ma ha anche evidenziato la necessità di un intervento a livello europeo per affrontare le sfide comuni dettate dall’andamento della demografia. Fava ha anche ricordato che un aspetto importante per la sostenibilità dei conti previdenziali riguarda la vitalità delle imprese. Finché essa sarà assicurata vi potranno essere posti di lavoro che comporteranno il pagamento di contributi che faranno sì che ci saranno pensioni da erogare, anche per i più giovani che oggi forse sono troppo sfiduciati rispetto al loro avvenire previdenziale e che andrebbero invece rassicurati.
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