La manovra sembra non voler cambiare e dar priorità alla riforma pensione prevista per il 2026, mantenendo inalterate le attuali opzioni.
Nel nuovo Documento programmatico di Bilancio non c’è traccia di una nuova riforma pensioni 2026. Nonostante il Tesoretto abbia 3 miliardi di euro in più da poter gestire per una previdenza sociale migliore, sembra che non ci sia la priorità adeguata.
Se non si concretizzasse il congelamento tanto desiderato dal Governo, tra due anni l’età pensionabile aumenterebbe sicuramente per l’effetto Fornero, che come ben sappiamo ogni biennio rivaluta l’uscita in proporzione all’aspettativa di vita.
Come saranno gestite le pensioni nel 2026
Per la pensione prevista per il prossimo anno, ovvero 2026, le risorse finanziarie a disposizione saranno suddivise in due parti, la prima mirata a fermare il potenziale aumento dell’età anagrafica per andare in stato di quiescenza, mentre la restante parte dedicata al pensionamento anticipato con misure “provvisorie”.
Si parlerebbe al momento di Quota 43, in realtà le donne potrebbero abbandonare il lavoro dopo 42 anni e un mese di contribuzione, mentre i requisiti per gli uomini crescerebbero di un anno.
Naturalmente il sistema contributivo è penalizzante per moltissimi lavoratori, e a poter ricevere una restrizione sarebbero le condizioni minime per l’anticipata, che si concretizzerebbe a 64 anni d’età e 3 mesi, e con la vecchiaia che passerebbe a 71 anni e 3 mesi.
Chi viene “risparmiato” ?
Le voci di corridoio ci suggeriscono che i lavoratori fragili saranno gli unici a poter esser risparmiati dall’aumento. Si tratta dunque di coloro che hanno svolto un’attività gravosa e usurante, a cui è permesso di poter sfruttare le condizioni attualmente in vigore (più generose di quelle previste per gli anni successivi).
Caregiver, invalidi e i cittadini che sono in stato di disoccupazione da tanto tempo, potranno continuare a richiedere l’accesso a misure come Quota 41 e 97,6.
La Manovra potrebbe confermare quelle che definiamo “misure temporanee”, e ad oggi uniche alternative alla Fornero, facendo capo in particolar modo ad Opzione Donna, Quota 103 e Ape Sociale.
Tuttavia, ciascuna opzione resterà alle medesime condizioni odierne, con le annesse penalizzazioni che hanno disincentivato l’ingresso.
