RIFORMA PENSIONI/ L’ipotesi di Quota 103 e Quota 101

- Lorenzo Torrisi

Riforma pensioni, per la Legge di bilancio, oltre alle ipotesi di Quota 102 e Quota 104 spuntano anche quelle di Quota 103 e Quota 101

Pensioni_Fornero_Cartello_Lapresse Pensioni, protesta contro la Riforma Fornero (Lapresse)

L’IPOTESI DI QUOTA 103 E QUOTA 101

Secondo alcune indiscrezioni riportate da diversi media, il Governo starebbe studiando una soluzione per rendere più graduale il passaggio da Quota 102 a Quota 104, che passerebbe da un’intermedia Quota 103. Stando a quanto scrive Enrico Marro sul Corriere della Sera, non è nemmeno da escludere che questo passaggio graduale comprenda anche una Quota 101 a partire dal 2022. Il quotidiano milanese riporta anche le dichiarazioni di Antonio Misiani, che evidenzia come in tema di riforma delle pensioni la priorità per il Pd “è aiutare chi fa lavori gravosi e usuranti, le donne e i giovani”. Dunque servirebbe una proroga di Opzione donna, l’ampliamento dell’Ape social e la pensione di garanzia. Il responsabile economico del Pd sottolinea che lo stanziamento stabilito con il Documento programmatico di bilancio (circa 1,5 miliardi in tre anni, di cui 600 milioni  per il 2022) “è oggettivamente limitato. Se necessario andrà aumentato. I saldi, però, devono rimanere invariati: eventuali risorse aggiuntive vanno trovate tagliando qualche altra voce”.

PROVENZANO (PD): NO A LEGGE FORNERO E A QUOTE

Secondo Peppe Provenzano, “Quota 100 è stato un costosissimo fallimento, a danno dei giovani, delle donne e del Sud”. Stando a quanto riporta Adnkronos, il vicesegretario del Partito democratico ritiene essenziale che il Governo incontri i sindacati per discutere delle misure di riforma pensioni. “La nostra posizione è chiara, non tornare né a quota 100 né alla legge Fornero. Siamo per forme di flessibilità, ma il sistema delle quote finirebbe per ricreare quegli squilibri insopportabili che vanno corretti in almeno due direzioni: da un lato, estendendo l’Ape sociale e la platea dei lavoratori gravosi e usuranti; dall’altro, prorogando Opzione donna. Infine, resta aperto il tema di una pensione di garanzia per le nuove generazioni e i precari”, evidenzia Provenzano. Intanto il Centro Studi di Unimpresa evidenzia che nei prossimi tre anni “oltre un terzo del denaro dei contribuenti verrà impiegato per pagare gli assegni di chi non lavora”. Nello specifico, la spesa per le pensioni è vista salire dal 32% al 35% della spesa pubblica.

BONOMI CONTRO LE QUOTE

Carlo Bonomi aveva già criticato pubblicamente Quota 100 e torna a farlo in un’intervista al Corriere della Sera, nella quale, a proposito degli interventi di riforma delle pensioni di cui si sta discutendo, dice: “Continuiamo a mettere soldi per prepensionare chi un lavoro lo ha, pur avendo ormai la certezza che così non creiamo nuovi posti. Per Quota 100 ci avevano raccontato che per ogni nuovo pensionato ci sarebbero state tre nuove assunzioni. Risultato, ne sono stati assunti 0,4 per prepensionato. Vogliamo continuare a mettere soldi lì? È una scelta che prende a schiaffi i giovani ed è totalmente opposta a quanto indica la nostra tragica curva demografica”. Il Presidente di Confindustria riconosce che esistono lavori usuranti e che quindi bisognerebbe lavorare su di essi. “Noi abbiamo nove sistemi diversi per andare in pensione anticipata, non mettiamoci a giocare con Quota 100, 102 o 104, pubblico sì, privato no… Così si sprecano risorse”, aggiunge il leader degli industriali.

SALVINI CHIEDE INCONTRO COI SINDACATI

Matteo Salvini, incontrando i giornalisti dopo l’incontro a Roma con i parlamentari della Lega, ha detto, stando all’Agenzia Vista, che “sicuramente un ritorno alla Legge Fornero oppure scaloni dal primo gennaio dopo il Covid non sono la soluzione migliore. Siamo a lavoro per trovare una soluzione equilibrata”. L’ex ministro dell’Interno ha poi aggiunto, come riporta Ansa: “Io ascolto ogni proposta. Anzi, chiederò un incontro ai leader sindacali perché il tema lavoro, tasse e pensioni è centrale”. Inoltre, ha evidenziato che “adesso che è finita la campagna elettorale non si parlerà probabilmente di alcuni allarmi che servivano allora. Quindi tasse, lavoro e pensioni sono temi su cui il centrodestra unito, quindi Lega, Forza Italia e Fratelli d’italia, hanno il dovere di lavorare insieme. Chiederò oggi stesso un confronto con i segretari confederali dei principali sindacati per avere una proposta unitaria” in tema di riforma pensioni. Vedremo quale sarà la risposta delle organizzazioni dei lavoratori.

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI GUERRA

Sembra che nella prossima Legge di bilancio tra le misure di riforma pensioni per il post-Quota 100 non ci sarà la proroga di Opzione donna. Secondo Maria Cecilia Guerra, tuttavia, “prima di abbandonare qualsiasi soluzione relativa alla diversità di genere ci penserei bene, ci vorrebbe un’Opzione donna rivista e meno onerosa e un’attenzione a gravosi e usuranti”. Secondo quanto riporta orizzontescuola.it, partecipando a un Forum di Radiocor, la sottosegretaria all’Economia ha evidenziato anche che le ipotesi di Quota 102 o Quota 104 presentano “un problema di genere fortissimo: per le donne è difficilissimo avere una carriera contributiva molto lunga. Una riforma più strutturale dovrebbe sfruttare la flessibilità contributiva”.

LA POSIZIONE DI NANNICINI E CASTELLI

Tommaso Nannicini, come riporta Repubblica, ha evidenziato invece il problema del modesto stanziamento previsto dal Documento programmatico di bilancio per le misure previdenziali (circa 600 milioni di euro per il 2022 e 1,5 miliardi complessivi fino al 2024). “Mi sembra che manchino le risorse necessarie per un allungamento dell’Ape sociale per due anni, non si parla di pensione di garanzia per i giovani con carriere discontinue. Si dovrebbero tenere in considerazione i lavori gravosi, servirebbe almeno un miliardo. È una soluzione tampone un po’ limitata e tardiva”, sono le parole del Senatore dem. In merito il quotidiano romano riporta anche le parole della viceministra all’Economia Laura Castelli che sembrano essere più ottimiste: “Io non penso che il Paese si possa permettere uno scalone di 5 anni. Si troverà una soluzione compatibile con le risorse a disposizione”.

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