Troppi rigassificatori in Europa: è questo il rischio al quale l’UE si potrebbe trovare di fronte vista la messa al bando del gas russo dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, che avverrà dal 2027. Secondo una ricerca condotta dall’Istituto per l’economia dell’energia e l’analisi finanziaria statunitense (Ieefa), la costruzione per le infrastrutture per il gas naturale liquefatto può superare la domanda entro la fine del decennio. Dunque, oltre la metà dei rigassificatori previsti rischia di rimanere inattiva. Questo con il conseguente spreco di denaro pubblico.
La ricerca, condotta dal Think tank negli Stati Uniti, ha dimostrato come la capacità dei terminali del continente supererà i 400 miliardi di metri cubi entro il 2030. La domanda di Gnl in Europa invece sembrerebbe oscillare tra i 150 miliardi di metri cubi, secondo l’Ieefa, e i 190 miliardi di metri cubi. Dunque c’è uno squilibrio tra domanda e offerta negli impianti di importazione, che potrebbe portare a 200-250 miliardi di metri cubi di capacità inutilizzata entro il 2030.
Rigassificatori, “l’Europa deve bilanciare gas e Gnl”
Ana Maria Jaller-Makarewicz, analista energetica di Ieefa Europe e autrice dell’analisi, ha spiegato: “L’Europa deve bilanciare con attenzione i suoi sistemi di gas e Gnl, evitando di far pendere la bilancia dall’affidabilità alla ridondanza. Il potenziamento dell’infrastruttura europea non aumenterà necessariamente l’affidabilità, c’è il rischio tangibile che le risorse si blocchino”. Già vari Paesi, tra cui l’Italia, hanno annunciato nuovi progetti di rigassificatori o l’espansione alla chiusura dei gasdotti russi accelerando i piani per introdurre fonti alternative.
“Il nostro rapporto mostra che nel 2030 la domanda di gas in Europa dovrebbe essere inferiore di circa il 40% rispetto al 2019. Questo perché la domanda di Gnl in Asia è inaffidabile, e l’Europa ha intrapreso un chiaro percorso di decarbonizzazione per il suo settore energetico, per gli edifici e ora anche l’industria, con la Commissione che presto pubblicherà una legge sull’industria a zero emissioni a marzo” si legge nello studio, come riporta ancora La Verità.