I rimborsi 730 arriveranno tra dicembre 2025 e marzo 2026 a chi non ha un sostituto d'imposta. Nel frattempo è importante fare dei check.
Il mese di dicembre di quest’anno, 2025, fa scattare la procedura per i rimborsi del modello 730 nei confronti dei cittadini che non hanno un sostituto d’imposta. Questo iter è chiaramente più lungo rispetto alle somme previste sulle pensioni o in busta paga, tanto che a volte l’accredito slitta al 2026.
Un elemento importante a cui prestare attenzione è la quantità del denaro prevista. Al di sotto dei 4.000€ è probabile che il fisco riesca a rimborsare il dovuto entro la fine del mese di dicembre, viceversa l’attesa si farebbe “più lunga”, oltre che far scattare dei controlli fiscali obbligatori.
Come accertarsi che i rimborsi 730 arrivino a dicembre 2025

Esistono alcune accortezze da dover portare a termine per assicurarsi che i rimborsi del 730 arrivino nel mese di dicembre 2025. Innanzitutto il primo aspetto è l’invio nei termini della dichiarazione precompilata.
Poi occorre verificare la correttezza del proprio IBAN, opzione indispensabile per i cittadini che non avendo un sostituto d’imposta non potrebbero ricevere l’accredito in altro modo se non con un bonifico bancario sul proprio conto corrente.
Chi invece ha il sostituto può beneficiare dell’accredito sul cedolino pensionistico o direttamente sulla propria busta paga (riducendo di gran lunga i tempi d’attesa degli altri beneficiari).
Come inserire il proprio IBAN
Per chi non fosse riuscito nei tempi precedenti ad indicare il proprio IBAN, potrà farlo accedendo al sito ufficiale dell’Agenzia delle Entrate e far click sul menù “Servizi“, poi su “Rimborsi” ed infine spunterà la voce per comunicare il proprio codice associato al conto corrente.
Laddove non si riuscisse nell’intento, ogni cittadino ha la facoltà di scaricare e compilare opportunatamente il “Modello con le istruzioni sull’accredito per i rimborsi da effettuare sul conto corrente“.
Il file in questo caso, andrà inviato via email certificata (PEC), a qualunque ufficio dell’Agenzia delle Entrate (anche se è meglio preferire quello di competenza).
Non c’è da disperarsi qualora l’IBAN non sia stato inserito in tempo, perché a quel punto il fisco provvederà a spedire al domicilio fiscale della persona fisica un assegno postale da incassare entro due mesi (60 giorni).
