ROBERTA RAGUSA/ Antonio Logli: “Ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo”

- Emanuela Longo

Roberta Ragusa, il caso a Quarto Grado: la difesa di Antonio Logli pronta a presentare ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo.

roberta ragusa antonio logli 640x300 Roberta Ragusa e Antonio Logli

Antonio Logli è pronto a fare ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo. Il marito di Roberta Ragusa, condannato in Cassazione a 20 anni per l’omicidio e l’occultamento del cadavere della moglie. In una lettera indirizzata a Quarto Grado, Logli annuncia un colpo di scena concordato con il suo avvocato: “Sono innocente. Sono completamente estraneo alla sparizione di Roberta, che manca ogni giorno sia a me che ai miei figli. E’ per questo motivo che ho deciso di rivolgermi alla Corte europea dei diritti dell’uomo”. Dopo tre gradi di giudizio, dunque, si preannuncia una nuova battaglia giudiziaria. Il suo avvocato, Enrico Di Martino, ha spiegato: “Antonio Logli mi ha chiesto espressamente di redigere un ricorso alla Corte Europea”. “Sono innocente”, ribadisce il marito di Roberta Ragusa: quali carte giocherà la sua difesa per convincere i giudici di Strasburgo? (agg. di Dario D’Angelo)

ROBERTA RAGUSA, LE MOSSE DELLA DIFESA DI ANTONIO LOGLI

Nella nuova puntata di Quarto Grado, i riflettori saranno ancora accesi su un caso che continua a far discutere e a spaccare l’opinione pubblica: la misteriosa fine di Roberta Ragusa. La trasmissione ripercorrerà le tappe salienti del giallo iniziato da Gello di San Giuliano Terme il 14 gennaio 2012 con la scomparsa della donna. Il 10 luglio dello scorso anno il marito Antonio Logli è stato condannato in via definitiva a 20 anni di carcere con l’accusa di omicidio e distruzione di cadavere ma la difesa dell’uomo non si arrende. Logli ha sempre respinto con forza un suo coinvolgimento nella morte della moglie. Adesso la sua difesa ha intenzione di giocarsi una nuova carta al fine di dimostrare la sua innocenza. “Non ho mai fatto del male a nessuno. Tutto inventato. Tanto la verità verrà fuori…”, aveva già commentato Antonio in una vecchia intercettazione del 13 ottobre 2012 ripresa dal settimanale Giallo e relativa ad una conversazione avvenuta in auto con il figlio Daniele. Quella intercettazione fu captata otto mesi dopo la sparizione misteriosa di Roberta e rimase inedita per molti anni. Gli inquirenti riuscirono a registrarla piazzando una microspia nell’auto dell’uomo dove si lasciò andare poi ad alcune confidenze con il figlio maggiore. L’intercettazione pubblicata dal settimanale specializzato in cronaca nera, scrive Blastingnews, offrirebbe l’idea del rapporto tra Logli ed i figli ed i suoi tentativi di convincerli della sua innocenza.

ROBERTA RAGUSA, DIFESA ANTONIO LOGLI PRONTA A DIMOSTRARE INNOCENZA

Con il passare degli anni, anche i figli di Roberta Ragusa, Daniele e Alessia Logli, avrebbero creduto sempre di più all’innocenza del padre Antonio, tanto da difenderlo. Al tempo stesso però il dolore per la perdita della madre è sempre rimasto inalterato. Durante tutti questi anni però hanno sempre supportato le tesi del genitore che ancora oggi intende dimostrare la sua innocenza esattamente come otto anni fa. A dire la sua su Antonio Logli, di recente, è stata anche la criminologa Ursula Franco, intervistata da Le cronache Lucane. Perchè, a suo dire, pur essendo stato riconosciuto colpevole Logli non ha mai rivelato il luogo del presunto occultamento del cadavere della moglie Roberta Ragusa? “Il Logli non ammetterà mai di aver ucciso sua moglie, detesta il fatto di essere stato “smascherato”, preferisce rivendersi come una vittima per non perdere la faccia con familiari ed amici”. A suo dire, “reggerebbe una parte” come Chico Forti. Adesso però la difesa di Antonio Logli avrebbe tra le mani delle carte inedite con le quali poter dimostrare l’innocenza del proprio assistito.





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