Rocco Tanica e il caso Alastair Stewart: “Perché il politicamente corretto è un tumore”. L'ex componente del gruppo Elio e le Storie Tese: “Se una frase non vi piace è razzista!”
Alastair Stewart, celebre giornalista di
ITV News, si è dimesso dall’emittente dopo un tweet in cui aveva definito una persona di colore «una scimmia arrabbiata». Ora il Regno Unito è diviso tra chi lo rivorrebbe al suo posto e chi invece lo accusa di aver esagerato, ancora una volta peraltro. In effetti non è la prima volta che fa discutere per i suoi commenti sui generis, infatti l’emittente televisiva ha fatto sapere di averlo licenziato proprio perché era stato messo già in guardia. Invece tra chi lo difende c’è anche Rocco Tanica, che ha dedicato un tweet ad Alastair Stewart, spiegando perché «
il “politicamente corretto” è un tumore». Il tastierista di
Elio e le Storie Tese, all’anagrafe
Sergio Conforti, ha ricostruito in primis la vicenda, spiegando che Alastair Stewart, nel botta e risposta con tale
Martin Shapland sugli introiti della Regina in rapporto alle spese dei contribuenti, aveva citato un passaggio di “Misura per misura” di
Shakespeare, quando il personaggio di Isabella si rivolge al giudice Angelo. Una citazione cara al giornalista, visto che l’aveva usata già in una disputa ambientalista.
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ROCCO TANICA SU CASO ALASTAIR STEWART “PERCHÉ IL POLITICAMENTE CORRETTO È UN TUMORE”
In quell’occasione però nessuno urlò allo scandalo e chiese la “testa” di Alastair Stewart, dandogli del razzista. «L’ambientalista, che i più definirebbero bianco, a suo tempo se n’era bellamente fot*uto». Invece Martin Shapland «ritiene che la parola “scimmia” presente nel testo citato sia un insulto razzista che lo riguarda direttamente essendo nero», scrive Rocco Tanica. Nel tweet definisce parla di «reazione dei paladini del tumorale “politicamente corretto”». Sono per lui coloro che «leggono un’offesa razzista, omofobica, gratuita in qualsiasi affermazione che non rientri nel registro di quelle ritenute da loro accettabili (e non importa il contesto, il precedente, la natura del dibattito, la credibilità e il curriculum etico-professionale delle persone coinvolte». Alla fine Alastair Stewart si è dovuto comunque diimettere dopo 44 anni di servizio. E questo anche perché non ha voluto «chiedere scusa per un’offesa che non ha mai pronunciato». D’altro canto Shapland si è detto «dispiaciuto per le dimensioni assunte dal caso».
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