«Squillerà la tromba, e i morti risorgeranno». Il visitatore distratto non alza gli occhi quando s’accinge a varcare il monumentale ingresso di Campo Verano, spesso deserto. Del resto, a non tutti è gradita la poesia dei cimiteri, e il Verano, pur stretto fra tangenziale e Tiburtina, rimane un’isola tranquilla e solitaria nella città rumorosa.
Ma l’iscrizione latina posta in cima al suo portale avverte che questa quiete un giorno sarà spezzata, e rimanda tutti all’appuntamento “cor giorno der giudizzio”. Quando verrà, quel giorno, avverte il Belli, «cuattro angioloni co’ le trombe in bocca se metteranno uno pe’ cantone, a sonà; poi, co’ tanto de vocione, cominceranno a dì: “fora a chi tocca”!».
A quell’appuntamento, semmai ci sarà dato di osservarlo, da quell’angolo di Roma si leveranno personaggi che oggi qualcuno ricomincia a stuzzicare, benché il centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia stia arrivando in sordina. La grande lastra che s’incontra appena entrati sulla destra del Verano, a nome Garibaldi, per la verità non contiene le spoglie dell’Eroe dei due Mondi, ma di alcuni membri della sua famiglia. Ma di fronte a questa monumentale iscrizione si può ammirare il luogo del riposo eterno di Goffredo Mameli, e non è poco.
Se poi ci si sposta di poche decine di metri e si entra nella Basilica di san Lorenzo, noteremo subito, nel portico d’ingresso, la tomba di De Gasperi, spesso adorna di fiori; e dovremo poi discendere fino alla cripta per trovare il sepolcro di Pio IX, l’ultimo papa-re.
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Certo, papa Mastai non immaginava che in quel luogo di silenzio, in attesa della resurrezione, prima ancora che dalle trombe degli angeli, il suo riposo sarebbe stato turbato dalle bombe che devastarono san Lorenzo e il suo cimitero il 19 luglio del 1943: lo stesso giorno, un 19 luglio, era scoppiato l’incendio di Roma ai tempi di Nerone.
E neppure pensava, Pio IX, che la prima uscita dalla “prigione” vaticana di un suo successore avrebbe avuto come meta proprio quel luogo: «E il papa la mattina da san Pietro, uscì tutto da solo tra la gente» canta De Gregori: «E in mezzo a san Lorenzo, spalancò le ali, sembrava proprio un angelo con gli occhiali». Davanti a Pio XII si presentò uno scenario terribile di sangue e distruzione. E si mise a pregare con la povera gente.
Non era l’angelo del giudizio del Belli, così barocco e altisonante, ma la drammatica austerità di quel gesto resta ancora uno dei momenti più toccanti della storia di questi ultimi 150 anni.
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La Basilica di San Lorenzo al Verano
Un gatto fa la guardia alla tomba di Mameli
Suore in preghiera al Verano
La chiesa di santa Maria della Misericordia al Verano