L’operazione è partita nella notte, con i blitz nelle abitazioni di sei indagati per traffico di stupefacenti nei quartieri della periferia orientale di Roma. A Tor Bella Monaca, Borghesiana e Finocchio, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Frascati, in collaborazione le Compagnie dipendenti e delle unità cinofile di Santa Maria Galeria, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 6 soggetti, tutti sospettati di di spaccio di stupefacenti in concorso. Cinque di loro sono indagati anche, a vario titolo e con ruoli diversi, per il reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale ed allo spaccio di sostanze stupefacenti.
Il blitz dell’Arma è scattato nel cuore della notte, quando i Carabinieri si sono presentati simultaneamente nelle abitazioni dei sei uomini, sorprendendoli nel sonno. Al contempo sono state eseguite altre perquisizioni in tutte le borgate interessate dall’attività di spaccio. Arrivano così a compimento indagini di lungo periodo, iniziate nel febbraio 2009 con l’operazione “Matrix” del febbraio 2009: questa portò all’arresto di 22 persone, buona parte delle quali responsabili di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. In quella occasione, oltre a sgominare una banda particolarmente attiva nello spaccio al dettaglio, si misero in luce in luce i legami tra spacciatori residenti in diverse borgate romane.
Al centro della rete il famigerato “Svastichella”, al secolo Alessandro Sardelli. Era lui a mantenere io contatti tra gli spacciatori di Tor Bella Monaca e quelli del Laurentino 38.
All’epoca si scoprì anche il nome del principale fornitore della banda che, dopo un periodo di reclusione a Regina Coeli, è stato nuovamente arrestato nell’operazione di questa notte. Gli arresti hanno colpito questa volta il livello “superiore” dell’organizzazione, costituito da cittadini italiani e albanesi. L’organizzazione, con al vertice quattro cittadini albanesi, ha dimostrato una capillarità tale da riuscire a gestire lo spaccio all’ingrosso della sostanza stupefacente, soprattutto cocaina proveniente dall’Olanda, in territori di particolare allarme sociale.
È stato accertato, infatti, che la cocaina immessa sul mercato romano venisse trasportata utilizzando macchine “pulite”; in alcuni casi erano gli stessi individui arrestati oggi a fare da “corrieri” tra l’Olanda e Roma. Sono state eseguite quindi numerose misure cautelari reali che hanno portato al sequestro di conti correnti riconducibili agli indagati ed autovetture di lusso quali Mercedes, BMW, Audi e Porsche, per un valore complessivo di quasi 350.000 euro.
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Nell’ambito delle perquisizioni operate nella mattinata odierna è stato anche arrestato un italiano trovato in possesso di circa 200 gr. di hashish ed una BMW Z4 risultata oggetto di furto perpetrato a Roma nell’agosto del 2010. Rinvenuti anche 1000,00 euro a casa di un italiano di etnia Rom, verosimilmente frutto dell’attività di spaccio.
Nel corso dell’intera indagine sono stati complessivamente sequestrati oltre 5 kg tra cocaina ed eroina, nonchè arrestate 2 persone nella flagranza del reato di spaccio. Una di questa è proprietaria di un terreno nella campagna romana nel quale, dopo prolungati appostamenti, sono stati trovati sotterrati oltre tre chili di cocaina, mezzo chilo di eroina, circa 100.000 Euro in contanti, oltre a munizioni per pistola, un silenziatore, circa novanta chili di sostanza da taglio e l’attrezzatura idonea al confezionamento delle sostanze stupefacenti.
Le indagini hanno fatto uso anche dello strumento delle intercettazioni, che ha svelato numerosi contatti tra gli indagati: questi discutevano spesso delle partite di droga da trasportare o smerciare, facendo uso di un linguaggio in codice di difficile interpretazione.
Le indagini sono state coordinate e dirette dalla direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma. Grande soddisfazione è stata espressa da parte della Procura della Repubblica e dell’Arma dei Carabinieri per l’operazione che ha sferrato – si legge in un comunicato – «un duro colpo al mercato degli stupefacenti nelle periferie romane e che ha dimostrato, ancora una volta, come vi sia una sorta di legame che unisce le varie borgate per quanto attiene al traffico degli stupefacenti».