Più di trent’anni di attività, cominciata negli anni ’70. Giovanni Giorgilli fonda Studio 80, impresa che inizialmente si occupa di grafica e pubblicità, per poi diventare un punto di riferimento per l’organizzazione e gli allestimenti di grandi eventi fieristici e saloni internazionali. IlSussidiario.net intervista Cristofer Giorgilli, figlio del fondatore Giovanni, che con tutta la famiglia dirige un’impresa di successo internazionale. “Negli anni ’70 ci occupavamo di cartellonistica, che era la forma pubblicitaria più in voga e che ci ha permesso di cominciare. Poi nel corso degli anni abbiamo cominciato a fornire stand personalizzati per fiere e congressi, spesso anche storici: basti pensare che quando l’MSI diventò AN, noi abbiamo fornito le strutture per l’evento, nello storico Congresso di Fiuggi”. Proprio a Fiuggi l’azienda ha degli stabilimenti industriali, come anche in tutta la Ciociaria, ad Anagni, ma anche a Roma e Milano. Alla fine degli anni ’90 l’azienda comincia ad affacciarsi sul mercato estero, collaborando con l’ICE (Istituto nazionale per il Commercio Estero), organizzando grandi saloni internazionali soprattutto in Russia e Giappone.
Studio 80 è un’impresa che ha saputo affrontare al meglio il problema di una crisi economica che non è riuscita a intaccare il sistema aziendale e a mantenere intatti gli oltre cento posti di lavoro che oggi compongono l’azienda. Lo conferma lo stesso Giorgilli: “Siamo riusciti a fare corsi di formazione della durata di quattro mesi a diversi dipendenti, abbiamo acquistato i forni e i materiali, investimenti non facili da sostenere. Ovviamente abbiamo stretto un po’ la cinghia, ma la cosa importante è stata quella di evitare un’organizzazione aziendale verticale, optando per una gestione orizzontale. Ci si confronta tra tutti, dalla persona in segreteria al magazziniere, fino al direttore generale o quello amministrativo, insieme anche alla proprietà. Si trovano così soluzioni condivise e la proprietà deve cercare di affrontare i problemi insieme a tutti. Fortunatamente non siamo mai dovuti arrivare a tagli di personale. Certo non è stato semplice, però abbiamo affrontato tutte le difficoltà come una vera famiglia. Solo con la chiarezza si possono trovare le soluzioni necessarie”.
Giorgilli spiega poi l’importanza della collaborazione tra le imprese, soprattutto durante la recessione: “Ci deve essere un “do ut des” da una parte e dall’altra. Questo è l’unico modo per affrontare la crisi, costituire un fronte comune e ancora di più essere uniti. Il mondo dell’impresa deve essere molto propositivo e trasparente, perché attraverso un sistema di trasparenza e di collaborazione tra le imprese si potrà uscire dalla crisi. Se si rimane chiusi nei propri uffici senza una vera comunicazione con il resto dell’azienda, crolla tutto come un castello di carte”.
Esaminando i vantaggi e i limiti di fare impresa a Roma e considerando le nuove occasioni che potranno realizzarsi, Giorgilli è molto chiaro: “Il nuovo Palazzo dei congressi di Fuksas potrà sicuramente essere una speranza per tutto il turismo congressuale di tutto il centro-sud e anche di tutta l’Italia, perché è una scommessa veramente importante che si può vincere e che la città può vincere. Pensiamo anche ai Giochi Olimpici 2020: potranno essere molto utili alle imprese purchè non diventino un collo di bottiglia”.
Che ruolo può avere la Compagnia Delle Opere? “La Cdo ha una funzione importantissima”, dichiara Giorgilli, “cioè quella di continuare a creare e a mantenere una rete di imprese straordinaria. La Cdo è una delle poche realtà che riesce concretamente, continuamente e giornalmente a fare rete. Fare rete significa essere chiari ed onesti con chi si ha di fronte nel momento in cui si fa impresa. La Cdo è uno scrigno all’interno del quale sono custodite gemme preziosissime, che sono le aziende di cui disponiamo, straordinarie per quanto riguarda dinamicità, flessibilità e capacità. Sta avvenendo in Italia una rivoluzione culturale e noi siamo ormai un’avanguardia culturale. Il nostro primo obbligo è guardare al futuro con grande ottimismo. ”.
(Claudio Perlini)