Questa mattina, intorno alle 10 e 30, una telefonata anonima avvertiva della presenza di un ordigno nella società “Aequa Roma”, che svolge attività per il controllo e l’accertamento delle entrate capitoline, la cui sede si trova in via Ostiense 131. Dopo la telefonata pervenuta al call center sono state immediatamente avvertite le autorità che hanno fatto evacuare l’intero edificio che ospita tra l’altro anche alcuni uffici della Prefettura. Ora sul posto sono in corso i controlli dei carabinieri della compagnia Garbatella insieme all’ausilio dei cani per rilevare eventuale presenza di esplosivo. Neanche un mese fa l’ultimo allarme bomba al Colosseo, anch’esso evacuato dalle forze dell’ordine che hanno poi rinvenuto un ordigno che apparentemente sembrava rudimentale, ma che poi si è rivelato essere semplicemente una latta con una finta miccia sporgente. Dopo quell’episodio si susseguirono per giorni numerose polemiche riguardo la sicurezza intorno all’Anfiteatro Flavio: “Occorre potenziare le attività di controllo. Il tavolo tecnico è essenziale per conoscere le iniziative di competenza statale, e concordare le azioni che il Comune potrà intraprendere a supporto”, aveva detto il sindaco di Roma Capitale Gianni Alemanno. Il sottosegretario ai Beni culturali Francesco Giro accolse positivamente la richiesta del sindaco, affermando che “esiste già un coordinamento fra il Comune e il governo rappresentato dal prefetto. Se vogliamo inserire nell’agenda di questo coordinamento già ben consolidato anche il tema della sicurezza nell’area del Colosseo e dei maggiori monumenti del patrimonio culturale statale romano, perché no”. Fece anche molto discutere la rimozione dei metal detector agli ingressi del Colosseo, che Giro ha giustificato spiegando che la “Soprintendenza speciale decise di rimuoverli perché riteneva che la sicurezza dovesse essere garantita assai prima del perimetro del Colosseo, in tutta l’area circostante, e infatti dovrebbe funzionare un sistema di telecamere del Comune coordinate da una centrale della polizia municipale che mi dicono invece essere di fatto inutilizzata e non operativa e questo dovrebbe sorprendere un po’ tutti”.
Pochi mesi fa invece un altro allarme, dopo che la solita telefonata anonima avvertiva della presenza di un ordigno presso la Corte di Cassazione di Roma. Allarme rientrato poco dopo aver capito che la causa era da attribuire a tracce di polvere da sparo che erano state fiutate da un cane dell’unità cinofila in una borsa lasciata all’ingresso del palazzo di Giustizia, all’interno delle cassette di sicurezza. In poco tempo la situazione tornò alla normalità.