E’ intervenuto il Consiglio dei ministri a sollecitare l’ex presidente della Regione Lazio a indire al più presto le elezioni. Come si sa da quando la stessa Polverini ha sciolto il consiglio regionale dopo lo scandalo cosiddetto Fiorito, infuria la polemica sulla data delle nuove elezioni. La vecchia opposizione di centrosinistra chiede infatti di indirle al più presto, ma Renata Polverini non è d’accordo. Secondo la legge il tempo fissato per nuove elezioni è quello di novanta giorni dallo scioglimento del consiglio regionale, ma ci sono interpretazioni diverse su questo dato. Quella più accreditata è comunque che entro novanta giorni bisogna fissare la data, non andare a votare entro novanta giorni. Visto l’impasse che si è comunque creata, il consiglio dei ministri si è sentito in diritto di intervenire con questo parere ufficiale: “l’auspicio che la data delle elezioni amministrative per il Consiglio regionale del Lazio sia fissata dal Presidente della Regione al più presto, in armonia con il parere espresso dall’Avvocatura Generale dello Stato: 90 giorni dallo scioglimento del Consiglio”. Non ci sono al momento commenti o repliche da parte di Renata Polverini, ma ci sono da parte della ex opposizione in consiglio regionale del Lazio. E’ intervenuto infatti Stefano Pedica dell’Italia dei valori chiedendo quanti altri soldi devono essere spesi inutilmente per mantenere un consiglio sciolto da un mese e che non può dunque legiferare. Secondo Pedica sarebbero già stati sprecati un totale di 10,3 milioni di euro, cioè 346mila euro al giorno per un’aula tenuta vuota e che non può prendere alcun provvedimento. Non sono poi mancate le battute ironiche ai recenti episodi che avrebbero visto Renata Polverini recare a fare shopping privato con auto pubbliche: “Visto che la Polverini oramai è impegnata solo a fare shopping e a sfornare delibere per gli amici, mi auguro che presto intervenga il governo per mettere fine a questa farsa. Chiarisca una buona volta per tutte se il Lazio deve andare a votare con 70 o 50 consiglieri”.
Dal punto di vista costituzionale, solo il governo può intervenire e prendere il posto del presidente di regionese valua ce ne sia la necessità e decidere lui la data delle elezioni.