Nevica e l’Italia si ferma. Non è una novità, ma quello che è successo nei dintorni di Roma è davvero inconcepibile. Quaranta centimetri di neve sulle colline e quindici centimetri nel centro città hanno paralizzato una città intera per oltre 48 ore. Il sistema viabilistico e quello ferroviario sono rimasti completamente bloccati e i disagi sono stati enormi per i passeggeri e gli automobilisti.
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Il Grande raccordo anulare ha cominciato a diventare una pista di pattinaggio nel tardo pomeriggio di venerdì sera e pochi mezzi spargisale sono stati avvistati dai romani rimasti intrappolati nelle macchine. Chi non utilizzava un mezzo proprio per tornare a casa dal lavoro, non ha avuto fortuna di ritrovarsi un sistema dei mezzi pubblici efficiente: treni e autobus che funzionavano a capacità ridotta. Il 75% dei mezzi pubblici non funzionava perché gli autobus non erano attrezzati con gomme da neve. Questo è normale in una città come Roma, mentre non è normale che le strade non siano pulite da spazzaneve e rese agibili con i mezzi spargisale.
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È ancora più grave quello che è successo al trasporto ferroviario. La rete ferroviaria intorno alla città di Roma è rimasta bloccata e migliaia di passeggeri non solo hanno subito ritardi e cancellazioni, ma spesso sono rimasti al gelo per ore ed ore aspettando che il treno si sbloccasse. Il freddo, non certo polare, ha bloccato i freni di molti convogli, dimostrando ancora una volta che i treni vecchi sono i più suscettibili a queste problematiche.
Tuttavia anche i Frecciarossa hanno subito notevoli ritardi. Nella giornata di mercoledì, giorno della forte nevicata sul’Emilia Romagna, quando Trenitalia annunciava che sulla rete AV i disagi erano contenuti e i mezzi di informazione addirittura riportavano bollettini idilliaci dove le problematiche non riguardavano i Frecciarossa (Il Corriere della Sera), i treni ad alta velocità avevano tra 120 e 180 minuti di ritardo sulla tratta Milano-Roma.
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La linea AV tra Bologna e Firenze è rimasta chiusa per ore e i convogli FrecciaRossa passavano tra le due città sulla linea tradizionale. Un nonsense, perché quasi tutta la tratta AV tra Bologna e Firenze è in galleria. L’utilizzo della rete tradizionale faceva accumulare ulteriori ritardi ai treni, ma ai passeggeri non era dato saperlo in partenza. Qualcosa non ha funzionato, ma i bollettini di Trenitalia erano quasi ottimistici e i passeggeri si sono ritrovati bloccati in mezzo al nulla diverse volte.
Le ipotesi sono due: o Trenitalia non avvisava i propri passeggeri adeguatamente o Rete Ferroviaria Italiana non avvisava Trenitalia delle problematiche della linea. Delle due, l’una. In entrambi i casi la responsabilità cade in capo a Ferrovie dello Stato Italiane, poiché la società controlla sia la rete ferroviaria, RFI, che l’unico operatore presente su tutto il territorio nazionale, Trenitalia.
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Sarebbe interessante che FS rispondesse anche alla domanda sul perché tra Bologna e Firenze sia rimasta chiusa la linea ad alta velocità, mentre la tradizionale continuava a funzionare. E perché i passeggeri non potevano sapere prima della propria partenza i ritardi che i treni avrebbero accumulato (almeno un’indicazione di massima)? RFI non passava le informazioni a Trenitalia?
Le crisi servono a migliorare perché dagli errori s’impara. Tuttavia una problematica simile avvenne nel dicembre del 2010 e poco è cambiato da allora. In quell’occasione si disse che l’impreparazione era dovuta all’attivazione da pochi giorni dell’AV sull’intera dorsale. Sono passati quasi 14 mesi da quell’esperienza negativa e sembra che poco sia cambiato.
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L’Italia non è la Svezia, ma forse dal caso svedese ci sarebbe da imparare.