Era la notte tra il 7 e l’8 agosto quando un ragazzo di soli 14 anni si era buttato dal quinto piano del palazzo dove viveva a Roma. Un terribile suicidio che aveva scatenato immediatamente le accuse di omofobia e bullismo nei confronti di altri ragazzi, in quanto il giovane sarebbe stato gay. L’episodio si era consumato nel quartiere di San Basilio. Adesso il giudice che segue le indagini ha chiesto l’archiviazione sul caso in quanto non risulterebbe alcun atto di bullismo né tantomeno omofobia. Durante le indagini erano stati sentiti dodici amici del giovane, per la maggior parte ragazze, sospettate di istigazione al suicidio. Ma nelle lettere lasciate, in cui il ragazzo suicida citava proprio questi amici informandoli del gesto che stava per fare, non compariva alcun accenno a episodi di bullismo per via delle sue tendenze sessuali. Le indagini hanno confermato l’ipotesi dato che non è stato riscontrato alcun episodio analogo a scuola o in altri ambienti da lui frequentati, così come è stata definita inesistente l’ipotesi che il ragazzo avesse subito insulti e prese in giro da ragazzi incontrati alla fermata dell’autobus. Scartata dunque l’ipotesi di omofobia sostenuta nei primi giorni dopo l’episodio.