L prossimo 6 marzo ci saranno le primarie Pd a Romano il centrosinistra e i suoi elettori chiamati ad indicare il loro candidato ideale per la corsa alle difficili Elezioni Amministrative 2016, specie dopo l’esperienza non proprio felice di Ignazio Marino. Come già successo a Milano, torna il tormentone del voto cinese, con la comunità orientale capitolina che, esattamente come quella milanese, rappresenta un numero considerevole di potenziali elettori. Ma stavolta a differenza della città con la Madonnina, a Roma sono gli stessi cinesi che si stanno già preparando: per evitare il rischio di essere accusati di strumentalizzazione alcuni esponenti della comunità cinese hanno lanciato una campagna di sensibilizzazione chiamata “Radici di gelsomino” e diretta a far conoscere ai propri appartenenti i diversi candidati delle primarie Pd. Non sono Morassut e Giachetti, ma tutti, chiedendo al Partito Democratico una convention ufficiale per tutta la comunità cinese in modo da presentare programmi e obiettivi; resterà ora da capire se effettivamente accadrà così o se ci saranno “truppe cammellate” come a Milano che a prescindere dalla percentuale di incisione sul voto finale, molto bassa, sarebbe una sconfitta per la politica in generale.
La battaglia per le primarie Pd a Roma 2016, le consultazioni interne al centrosinistra che eleggeranno il candidato unico nella corsa al Campidoglio nelle amministrative del prossima primavera, entra nel vivo a tutti gli effetti. Il commissario del Partito Democratico a Roma Matteo Orfini, come riportato da “La Repubblica” ha fissato l’obiettivo comune a tutti i candidati in corsa: raggiungere almeno 70mila presenze. E per farlo la macchina del Pd romano si è già messa in moto: in che modo? Innanzitutto predisponendo per le prossime votazioni interne ben 190 seggi, di cui 110 saranno gazebo, come chiarisce il presidente del tavolo organizzativo, Giancarlo D’Alessandro. In aggiunta a questi 190 seggi ve ne saranno poi altri 15 definiti “speciali”, riservati agli immigrati e ai giovani di età comprea tra i 16 e i 18 anni. Mosse volte a garantire un’ampia partecipazione della cittadinanza romana per il Pd, destinate a scongiurare un rischio flop per gli avversari.